FUSETTI Mario

FUSETTI MARIOdi Giovanni e di Lucia Colombo, nacque a Milano il 16 agosto 1893 e morì in combattimento a Sasso di Stria sulle Dolomiti il 18 ottobre 1915.
Conseguita la licenza liceale a Roma, dove erasi stabilita la famiglia, si iscrisse nella facoltà di ingegneria. Nel 1913 fu ammesso nella Scuola Militare di Modena e l’anno dopo uscì sottotenente, assegnato all’11^ compagnia dell’ 81o reggimento fanteria. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, il 24 maggio 1915, partì per il fronte destinato nella regione dell’Alto Cordevole nel tratto fra Larzonei e M. Porè. Partecipò ad ardite ricognizioni ed in una di esse, sul Colle S. Lucia, sorprese e catturò gli uomini di un presidio. Nell’ottobre successivo si offrì volontariamente di condurre un’azione di sorpresa per la conquista del Sasso di Stria, piramide rocciosa a guardia del Passo Falzarego e della Valparola. In pochi giorni addestrò per l’impresa una pattuglia di volontari tratti dalla sua compagnia e studiò il percorso da compiere mediante numerose escursioni notturne. Ritenendo di poter superare un tratto a picco della parte occidentale del monte, defilata alla vista del nemico e quasi inaccessibile, iniziò la scalata la sera del 17 ottobre. Attraversata di sorpresa la linea nemica, raggiunse con la sua pattuglia la vetta del Sasso verso le ore 2 del giorno successivo. Ma individuato e circondato rimase isolato per lunghe ore ed infine fu attaccato da soverchianti forze austriache. Dopo avere rifiutato l’invito alla resa e strenuamente combattuto, cadde colpito a morte.
Le sue spoglie non furono mai rinvenute. Prima di partire per l’ardita missione, egli aveva scritto:  Sono alla vigilia di un’azione di ardimento, dal cui esito dipendono in gran parte le sorti di una vittoria … Se cadrò, amici e parenti che mi amate, non abbiate lacrime per me; io la morte, la bella morte l’ho amata. Non pensatemi col petto squarciato, nell’ultimo spasimo, ma col fervore di un impeto eroico svanire in una beatitudine suprema. Alla sua memoria venne concessa, con r. d. del 25 febbraio 1923, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Prescelto a capo di un manipolo di animosi per l’occupazione di un forte baluardo alpino, dal nemico accanitamente difeso, arditamente ne scalava una ripida parete, quasi a picco, sorprendendo le vedette nemiche e conquistandone la vetta più alta, sulla quale piantava il tricolore. Accerchiato da preponderanti forze, opponeva eroica resistenza, cercando più volte di sfondare la linea nemica; ma rimasto isolato, esaurite tutte le munizioni, dopo lunga e disperata resistenza, colpito a morte, cadeva da prode sul campo. Eroico esempio delle più nobili virtù militari che, anche alla vigilia dell’azione, presago della sicura morte cui andava incontro, egli aveva voluto consacrare in una nobile lettera di estremo saluto alla famiglia. Sasso di Stria, 18 ottobre 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 82.