MAIFRENI Guido

GUIDO MAIFRENI100di Antonio e di Maria Storace, nacque a Volterra il 23 gennaio 1894 e morì in combattimento a Melette di Gallio (Altipiano di Asiago) il 4 dicembre 1917.
Dal Collegio Militare di Roma passò, nel settembre 1912, alla Scuola Militare di Modena, dalla quale uscì l’anno dopo col grado di sergente allievo ufficiale assegnato al 6° reggimento bersaglieri. Nominato sottotenente di complemento nel marzo 1914 nel 7° reggimento bersaglieri ed ammesso a frequentare un corso speciale alla Scuola di applicazione di fanteria, al termine di esso passò nei ruoli del servizio effettivo, assegnato il 16 maggio 1915 all’8° reggimento bersaglieri. Alla dichiarazione di guerra all’Austria partì per il fronte e col reggimento raggiunse la Val Travenanzes, in Cadore, ma poco tempo dopo venne comandato a prestare servizio negli osservatori d’artiglieria alle dipendenze del valoroso colonnello Cascino, nel settore delle Tofane. Promosso tenente dall’aprile 1917, venne trasferito al 2° bersaglieri e, al comando della 6^ compagnia, durante il ripiegamento dall’Isonzo al Piave, prese parte alla strenua difesa del Passo dell’Auzza, ai combattimenti di Globocak e si distinse specialmente il 30 ottobre nella tenace resistenza opposta al nemico incalzante, combattendo nell’abitato di Mortegliano per ben tre giorni con otto consecutivi assalti, l’ultimo dei quali con soli 11 bersaglieri superstiti. Per il valore dimostrato nella lotta ostinata ed accanita gli fu conferita una medaglia di bronzo al valore. Passato al 12° reggimento coi pochi gloriosi bersaglieri superstiti, assunse il comando della 2^ compagnia del XXIII battaglione. La notte sul 4 dicembre, inviato in linea, in posizione di riserva, raggiunse verso le 7 del mattino i roccioni a quota 1704 della Meletta Davanti di Gallio. Pronunciatosi alle ore 10 l’attacco austriaco, preceduto da due ore di martellante fuoco delle artiglierie sulle prime linee, il Maifreni, resosi conto che alcuni reparti stavano per essere accerchiati, di sua iniziativa, intervenne nel combattimento. Lanciatosi all’assalto, obbligò il nemico a retrocedere. Già due volte ferito, non desisté dal combattere e cadde colpito al petto da scheggia di granata sulle trincee eroicamente contese. Con r. d. del 2 ottobre 1922, all’eroico ufficiale fu conferita la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Giovane ufficiale, di provato valore, fu di fulgido esempio, per calma e coraggio nel guidare la compagnia che comandava all’attacco di forte posizione nemica. Ferito una prima volta, rimaneva al proprio posto, ed incitando i suoi bersaglieri respingeva brillantemente e ripetutamente i furiosi contrattacchi avversari. Colpito di nuovo, e gravemente, continuava ad incitare i dipendenti e non cedeva un palmo di terreno, finché, colpito mortalmente una terza volta, cadeva gloriosamente col nome d’Italia sulle labbra. – Melette di Gallio, 4 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 214.