DE CAROLIS Ugo
nasce a Capua il 7 ottobre 1887 (Wikipedia). Generale di Brigata s.p.e. (servizio permanente effettivo), Divisione Torino.
Uscito sottotenente di cavalleria dalla Scuola di Modena nel 1908, partecipò, dal maggio 1913, alle operazioni di grande polizia coloniale in Tripolitania col Reggimento Cavalleggieri Lodi riportando una ferita a Zuetina nel marzo 1914 e distinguendosi nel fatto d’arme di Gabr Abdalla nel luglio 1915. Rimpatriato nell’ottobre dello stesso anno, e promosso capitano, prese parte alla prima guerra mondiale al comando di una batteria bombarde del 30° reggimento artiglieria da campagna. Finita la guerra mentre trovavasi in Albania, rimpatriò nel febbraio 1919; dopo l’assegnazione a Napoli, dal 1920 al 1923, presso il Comando di quel C. d’A. Corpo d’Armata), fu trasferito al Reggimento Cavalleggieri di Firenze. Promosso maggiore nel 1926, passò ai Cavalleggieri di Alessandria. Dall’ottobre 1928 al marzo 1930 fu giudice al Tribunale militare di Firenze, carica che conservò anche con la promozione a tenente colonnello. Incaricato del comando del Reggimento Guide, nel dicembre 1935, un anno dopo, era promosso colonnello. Lasciato il reggimento fu nominato comandante della Scuola Centrale delle Truppe Celeri e promosso generale di Brigata nell’ottobre 1940, fu assegnato al Comando della Difesa Territoriale di Napoli. Dal giugno 1941 venne nominato comandante della fanteria dalla Divisione Torino destinata a far parte del Corpo di spedizione in Russia.
Altre decorazioni: M.B. (Medaglia di Bronzo) (Gabr Abdalla, luglio 1915); M.A. (Medaglia d’Argento) (Veliki Kribac, ottobre – novembre 1916); M.B. (S. Michele, ottobre 1916); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Bosco Malo, maggio 1917); Cr.g. al V.M. (Dosso Faiti, ottobre 1917).
Nobile ed eroica figura di soldato e di comandante, durante cinque mesi di guerra era di costante e luminoso esempio per ardimento e sprezzo del pericolo. Comandante della fanteria di una divisione, durante un’accanita battaglia, durata sette giorni, visse tutte le ore fra i suoi soldati. Alla settima giornata della strenua lotta, mentre, come sempre, in prima linea coi fanti li animava con l’esempio e con l’azione, una raffica di mitragliatrice ne troncava la vita. Suggellava col supremo sacrificio sul campo la sua nobile esistenza tutta dedicata al dovere ed all’ideale della Patria. – Fronte russo, luglio-dicembre 1941.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 782.