LONGOBARDO Primo

nasce a La Maddalena (Sassari) il 19 ottobre 1901 (Wikipedia). Capitano di fregata s.p.e. M.M. (servizio permanente effettivo Marina Militare).

Uscito guardiamarina dall’Accademia Navale di Livorno nel luglio 1920, due anni dopo fu promosso sottotenente di vascello e nel febbraio 1925, tenente di vascello. Prestò servizio al Comando Militare Marittimo di La Spezia e dal 1930 al distaccamento italiano di Tien Tsin in Cina. Rimpatriato, dopo aver frequentato a bordo del sommergibile H 4 il corso di scuola comando, iniziava la sua carriera di provetto sommergibilista. Capitano di corvetta nel dicembre 1933, comandò il Sirena e successivamente il Galilei, il Ferraris ed infine il Calvi nelle acque di Spagna nel 1937. Promosso capitano di fregata nel 1938, dopo avere fatto parte del Comando sommergibili a Roma, fu inviato al gruppo sommergibili a Tobruk dove rimase dall’aprile al luglio 1939. Successivamente comandò il Torelli, il Toti, il quale ultimo venne citato due volte nei bollettini di guerra, ed infine, nel giugno 1942, ritornava sul Calvi.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) (Acque di Tarragona, febbraio 1937); M.A. (Oceano Atlantico, gennaio – febbraio 1941).

Ufficiale superiore animato di purissima fede e ardente passione patriottica, sollecitava più volte ed otteneva infine di riprendere il comando di sommergibile oceanico che aveva dovuto lasciare per altro incarico direttivo a terra. Raggiunta la nuova base di guerra, assumeva volontariamente il comando di unità pronta per importante missione offensiva, nel corso della quale mentre manovrava per attaccare un convoglio fortemente scortato, scoperto da corvetta, con somma perizia cercava di sottrarsi alla violentissima caccia. Colpita l’unità in modo irreparabile, ordinava l’emersione ed affrontava con impavida serenità le unità avversarie accettando l’impari combattimento in superficie. Lanciata una salva di siluri, reagiva al violento tiro d’artiglieria con tutte le armi di bordo. Col sommergibile crivellato di colpi e già menomato nella sua efficienza, visti uccisi e feriti i propri dipendenti destinati alle armi, ordinava l’abbandono della nave e ne preparava l’autoaffondamento quando, mortalmente colpito al posto di comando, immolava la propria esistenza alla Patria, dopo aver compiuto il proprio dovere oltre ogni umana possibilità. Oceano Atlantico, 14 luglio 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 49.