PESCE Giovanni

nasce il 22 febbraio 1918 a Visone d’Acqui (Alessandria) (https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Pesce). Partigiano combattente.

Emigrato in Francia con la famiglia nel 1922, frequentò le scuole elementari e medie a Grand Combe (Gard). Si dedicò poi al lavoro come minatore nelle miniere locali. Dispensato dal servizio militare perché residente all’estero, partecipò volontario alla guerra civile in Spagna dal 1936 al 1939 militando quale ufficiale nel battaglione Garibaldi delle Brigate internazionali e riportò varie ferite in combattimento. Rientrato in Italia clandestinamente, venne arrestato nel 1940 per la sua attività politica e confinato nell’isola di Ventotene fino al 1943. Liberato con la caduta del fascismo, si dedicò dopo l’8 settembre 1943 ad intensa attività partigiana prima a Torino fino al maggio 1944 e poi a Milano, distinguendosi come organizzatore e comandante di formazioni G.A.P. (Gruppi azione partigiana). Dal 1946 al 1948 fu Presidente del Comitato provinciale dell’Associazione partigiani d’Italia a Milano e membro del Comitato nazionale. Eletto consigliere comunale. Risiede a Milano. Ha pubblicato due libri sulla guerra antifranchista di Spagna e sulla lotta di liberazione nazionale Un Garibaldino in Spagna e Soldati senza uniforme. E’ morto a Milano il 27 luglio 2007 (https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Pesce).

Valoroso combattente garibaldino, lottò strenuamente in Spagna per la causa della libertà e della democrazia riportando tre gravi ferite. Il movimento di ribellione alla tirannide nazifascista lo trovò ancora, ardito ed instancabile partigiano, al suo posto di lotta e d‘onore. Tra innumerevoli rischi, alla testa dei suoi valorosi G.A.P. organizzava e conduceva audacissime azioni armate, facendo sempre rifulgere il valore personale e l’epica virtù dell’italica gente. Ferito ad una gamba in un’audace e rischiosa impresa contro la radio trasmittente di Torino fortemente guardata da reparti tedeschi e fascisti, riusciva miracolosamente a sfuggire alla cattura portando in salvo un compagno gravemente ferito e dal martirio delle carni straziate e dal sacrificio di molti compagni caduti, seppe trarre nuova e maggiore forza combattiva, mantenendo pura ed intatta la fede giurata. In pieno giorno nel cuore della città di Torino affrontava da solo due ufficiali tedeschi e dopo averli abbattuti a colpi di pistola, ne uccideva altri due accorsi in aiuto dei primi e sopraffatto e caduto a terra, fronteggiava coraggiosamente un sopraggiunto gruppo di nazifascisti che apriva intenso fuoco contro di lui, riuscendo a porsi in salvo incolume. I suoi numerosi sabotaggi, gli arditi e decisi attacchi alle caserme ed ai comandi nemici furono e saranno sempre fulgida gloria per il movimento di rinascita nazionale e per l’Italia tutta. Noncurante delle fatiche e dei disagi, inaccessibile allo scoraggiamento, infondeva sempre ardore ed entusiasmo in quanti lo seguirono nella dura ma radiosa via della libertà. Organizzatore eccezionale ed eroico combattente, dotato di irresistibile leggendario coraggio conquistò con il suo valore un luminoso primato alla gloria delle formazioni garibaldine ed alla gloria immortale della Patria. Piemonte, settembre 1943 – maggio 1944; Lombardia, maggio 1944 – aprile 1945.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 698.