BRUNNER Guido

BRUNNER GUIDO085di Rodolfo e di Gina Segrè, nacque a Trieste il 19 febbraio 1893 e morì in combattimento a Monte Fior sull’Altipiano di Asiago l’8 giugno 1916.
Compiuti gli studi classici a Trieste si iscrisse alla Scuola superiore di Agricoltura a Monaco di Baviera e ne seguiva i corsi quando, nell’agosto 1914, chiamato alle armi per mobilitazione nell’esercito austriaco, fu assegnato a reparti automobilisti ed inviato sul fronte russo in Galizia. Ma i suoi sentimenti di italianità, dimostrati fin da quando era giovane studente di liceo nella sua Trieste, lo spinsero, nella primavera del 1915, alla vigilia della dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria, a disertare durante una licenza e con falsi documenti varcò il confine. Giunto in Italia si arruolò volontario, col nome di Mario Berti, nel reggimento Lancieri di Firenze (9°) e passò, poi, nel luglio, con la promozione a sottotenente di complemento, al reggimento Cavalleggeri di Roma (20°). Ansioso di combattere, e nominato ufficiale d’ordinanza del generale comandante la brigata stessa, per lo slancio e l’ardimento dimostrati nei combattimenti sul S. Michele, alle trincee delle frasche e dei razzi, fu decorato di medaglia di bronzo al v. m. Chiese ed ottenne, poi, il comando di un plotone per vivere la vita di trincea dei suoi fanti e fu destinato al II battaglione del 152° reggimento col quale si trasferì nel Trentino, il 22 maggio 1916, durante l’offensiva austriaca, a protezione della Val Gardena. Inviato di rinforzo col battaglione la sera del 7 giugno sulle alture di M. Fior dove più accaniti si svolgevano i combattimenti, si prodigò con i suoi fanti nella battaglia riuscendo a respingere il nemico; quindi rimase tutta la notte nella malsicura trincea per rafforzare e difendere la posizione. Poi, al ritorno offensivo avversario, il mattino successivo, sostituiva l’ufficiale mitragliere del battaglione, caduto ferito, e sereno ed instancabile sotto l’intenso fuoco delle mitragliatrici e della fucileria lo si vide accorrere ove più grave era il pericolo, incitando ed incoraggiando i suoi uomini. Una pallottola colpì in pieno petto l’eroico ufficiale spegnendone la bella fiamma di giovinezza e di ardente patriottismo. I superstiti del suo plotone lo chiamarono l’Arcangelo della battaglia. All’eroico ufficiale, con moto proprio sovrano del 23 agosto 1916, fu concessa la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Comandante di plotone nella difficile e contrastatissima difesa di Monte Fior, conscio della suprema importanza del momento resistette, impavido, sulla linea del fuoco per dodici ore, dirigendo ed animando col suo entusiasmo il proprio reparto ed altri rimasti senza ufficiali, accorrendo ove maggiore era il pericolo, sempre audace, sereno, instancabile finché, colpito al cuore, cadde gridando Qui si vince o si muore! Viva l’Italia. Monte Fior, 8 giugno 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 198.