EDERLE Carlo
di Albino e di Adele Caviola, nacque a Verona il 29 maggio 1892 e morì in combattimento a Zenson di Piave il 4 dicembre 1917.
Nato da cospicua famiglia veronese, licenziatosi diciassettenne nel liceo Maffei e iscritto alla facoltà di ingegneria nell’Università di Padova, che gli conferì poi la laurea ad honorem, interruppe gli studi per entrare come allievo nell’Accademia Militare di Torino, dalla quale uscì sottotenente d’artiglieria in servizio attivo nel novembre 1911. Dopo avere frequentato la Scuola di Applicazione e promosso tenente nel 1913, fu destinato all’8° reggimento artiglieria da campagna col quale entrò in guerra due anni dopo, il 24 maggio 1915, sul Carso. Promosso capitano poco dopo, fu trasferito prima al 32° e poi al 43° reggimento artiglieria da campagna e al comando di una batteria combatté a San Michele del Carso. Nominato capo degli osservatori della 3^ Armata nel novembre 1916, disimpegnò il compito di grave responsabilità con sereno ed instancabile ardimento e con grande competenza, trascorrendo le sue giornate nelle primissime linee, in mezzo ai fanti, per raccogliere informazioni e dati utili per dirigere e rendere più efficaci i tiri delle artiglierie. Per le ardite ricognizioni svolte e le ferite riporta te nelle battaglie dell’Isonzo dell’anno 1916, fu decorato di tre medaglie d’argento al valore sulle alture del Carso nel marzo e nel giugno 1916 e sul Pecinka nel novembre successivo. Venticinquenne appena, nell’agosto 1917 venne promosso maggiore per merito di guerra. Esempio di audacia e di valore, fu la figura più nota della 3^ Armata con l’appellativo di guida del Carso o l’artigliere di fanteria. Dopo il ripiegamento sul Piave, fu instancabile nell’organizzare la nuova rete degli osservatori di artiglieria e nell’eseguire ardite giornaliere ricognizioni sul fronte. Durante una temeraria ricognizione nel mattino del 4 dicembre 1917, giorno di S. Barbara, celeste patrona dell’Arma, cadde a Zenson di Piave, mentre rilevava i dati per l’istituzione di un nuovo osservatorio avanzato. Alla memoria del valoroso ufficiale venne conferita, con moto proprio sovrano del 20 gennaio 1918, la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:
Capo degli osservatori d’artiglieria della 3^ Armata, era solito superare ogni limite di sacrificio e di ardimento, sia nell’assolvere i suoi particolari compiti, sia nel partecipare di propria iniziativa alle azioni di fanteria, fante fra i fanti, compagno incomparabile tra inferiori ed uguali, animatore di uomini e di masse. Tre volte ferito, tre volte decorato di medaglia d’argento al valor militare, encomiato solennemente una volta, per altre ricompense proposto, per merito di guerra assurto in giovanissima età al grado di maggiore, era vivacissimo, forte, generoso. La morte, sfidata e sprezzata in trenta mesi di fulgide prove, nel giorno di Santa Barbara, durante un’azione, spezzava la sua giovinezza, simbolo di leggendario eroismo. – Carso, ottobre 1915; Piave, 4 dicembre 1917.
G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare 1917, (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 208.