TOMBOLAN FAVA Ottorino

TOMBOLAN FAVA OTTORINO022di Oscarre e di Virginia  Busatta,  nacque a Stra (Venezia) il 17 luglio 1895 e morì in combattimento a Musile sul Piave il 15 giugno 1918.
Educato dal padre, medico condotto del comune di Stra, agli alti ideali di Patria e al senso del dovere, terminati gli studi medi entrò all’Accademia Militare di Torino nel novembre 1913 e, due anni dopo, ne uscì sottotenente d’artiglieria. Destinato al 34° reggimento artiglieria da campagna, sul Carso, meritò, il 1° luglio 1915, una medaglia di bronzo al valore, cui fece seguito un encomio solenne, conferitogli il 30 dello stesso mese quale osservatore d’artiglieria in posizione particolarmente esposta al fuoco nemico, nella zona di S. Pietro dell’Isonzo. Nel gennaio 1916, prese posizione coi pezzi davanti ad Oslavia e promosso tenente in aprile, due mesi dopo, il 4 giugno, combatté in Val d’Astice, durante l’offensiva austriaca nel Trentino. Gli fu concesso un altro encomio solenne per il valore e l’ardimento coi quali condusse il fuoco della batteria dalla linea dei pezzi. Tornato sul Carso nel maggio 1917, combatté a Doberdò e a quota 208 durante la decima e undicesima battaglia dell’Isonzo. Promosso capitano in settembre, ebbe il comando della 7^ batteria del reggimento che nell’ottobre 1917 schierò prima sul Tagliamento e poi sul Piave, nella zona del Musile. Il 15 giugno 1918, scatenatasi l’offensiva austriaca, sostenne per oltre cinque ore il tiro preciso e concentrato delle artiglierie nemiche sulla batteria, rispondendo efficacemente col fuoco dei suoi pezzi. Attaccato da reparti arditi avversari, si batté disperatamente col fuoco dei pezzi caricati a mitraglia, sostituendosi ai serventi caduti e rincuorando i pochi superstiti. Alle ripetute intimazioni di resa del nemico rispose intensificando il fuoco e, quando tutto parve perduto, si difese con lancio di bombe a mano e colpi di moschetto. Raggiunto in pieno dallo scoppio di una bomba a mano lanciatagli da un austriaco, cadde sull’ultimo pezzo ancora conteso al nemico. Alla memoria del prode artigliere venne conferita, con d. l. del 23 marzo 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Comandante di una delle batterie da campagna più esposte del settore, conscio dell’alto compito d’onore assegnatogli, predisposta ogni cosa per la resistenza, attese sereno il momento dell’attacco. Nell’istante supremo, ricevuto l’ordine della difesa ad ogni costo e assalita la batteria da forze preponderanti, fulgido esempio di cosciente sacrificio, primo fra i primi correndo da pezzo a pezzo per incitare i suoi soldati, prima sparando a zero e poi difendendosi con le bombe a mano e col fucile, assicurò col sacrificio della sua batteria il ripiegamento dei pezzi di medio calibro, impegnando col nemico violenta lotta corpo a corpo finché, colpito da una bomba a mano in pieno petto, cadeva da eroe sul pezzo ultimo rimastogli, col fucile ancora spianato verso il nemico e col nome d’Italia sulle labbra. – Musile, 15giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 64.