PACHETTI Rino
nasce il 5 febbraio 1913 a Livorno (https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Pachetti). Partigiano combattente.
Operaio meccanico fuochista, fu arruolato per il servizio di leva nell’aprile 1934 nel reggimento genio ferrovieri e con la III sezione mobilitata fu in A.O. (Africa Orientale) dal maggio 1935 a tutto ottobre 1936. Congedato ai primi di novembre, venne assunto come operaio meccanico dalle Ferrovie dello Stato nel compartimento di Milano e alla dichiarazione di guerra, nel giugno 1940, fu esonerato dal richiamo perché destinato ai servizi civili. L’8 settembre 1943, alla dichiarazione dell’armistizio, in azione di resistenza contro i tedeschi nella stazione centrale di Milano, riportò una prima ferita. Quindi nelle formazioni partigiane fece parte dell’Esecutivo militare Alta Italia come rappresentante del Partito d’azione. Costituì e comandò la formazione San Salvatore nella zona di Erba-Lecco-Como con la quale partecipò ai fatti d’arme di San Martino (Luino) e Gaslino riportando altre due ferite, una delle quali gravissima. Durante la degenza in ospedale fu consegnato alle forze tedesche. Evaso, contribuì, in accordo col C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) di Busto Arsizio, alla costituzione delle Brigata Poldo Gasparotto, Sergio Bassi, Dino Giani ed Eugenio de Rosa con le quali formò e comandò dal giugno all’agosto 1944 la Divisione Alto Milanese operante nel Bustese, nel Varesotto e nell’Alto Ticino. Passò quindi a Galliate dove costituì e comandò la Divisione Rebellotti. Nel gennaio 1945, dal Comando unificato della zona dell’Ossola, gli venne assegnato il comando del I settore operativo comprendente il territorio del Mottarone, l’Alto Novarese, la riva sinistra del Lago Maggiore e tutta la zona del Lago d’Orta. Organizzò anche un ufficio stampa e propaganda e curò la pubblicazione dei giornali Val Toce e Fuorilegge. Dopo la liberazione, dall’aprile al luglio 1945, comandò, col grado di capitano, il III battaglione di polizia ausiliaria a Milano; passò quindi, con lo stesso grado nella polizia ferroviaria del compartimento di Milano quale capo ufficio disciplina fino al 1947. Nel maggio 1950 gli fu riconosciuto il grado partigiano di maggiore. Assunto con funzioni direttive all’AGIP. Muore a Rosignano Marittimo (Livorno) il 19 gennaio 2000 (https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Pachetti).
Nella lotta di liberazione, intrapresa sino dagli inizi con slancio generoso, si dimostrava organizzatore ed animatore di elette doti. Ardito, anzi temerario, ideatore ed esecutore di colpi di mano, incrementava attivamente la guerriglia nelle zone di Como e di Lecco, riportando ferite e guadagnandosi largo prestigio fra i migliori partigiani. Caduto prigioniero ed in attesa di esecuzione di condanna a morte, riusciva a fuggire dall’ospedale dove era ricoverato. Nuovamente arrestato subiva da parte dei tedeschi atroci torture che lasciavano tracce indelebili nelle sue carni. Condannato a morte per una seconda volta, riusciva nuovamente ad evadere portando generosamente sulle spalle un compagno, come lui condannato ed impossibilitato a muoversi. Combattente di leggendario valore, segnalato per l’attività svolta nella zona del Bustocco e nel Basso Novarese, assumeva, alla fine del 1944, il comando di una Divisione partigiana già largamente provata e lo teneva con molto onore, combattendo in Valle Strona, al Mottarone e nella zona del Lago di Orta. Particolare menzione meritano la tenacia ed il coraggio da lui dimostrati resistendo per 17 giorni al nemico e risolvendo vittoriosamente un duro combattimento con epico episodio di personale ardire. Schietto, buono, modesto e valoroso era sempre di esempio costante ai compagni di lotta e veniva ricordato, nella zona di Milano, come una delle più belle figure di combattente partigiano. – Alta Lombardia, settembre 1943 aprile 1945.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 696.