PERTINI Alessandro

nasce il  25 settembre 1896 a  Stella (Savona) (https://www.anpi.it/donne-e-uomini/1226/alessandro-pertini). Partigiano combattente.

Dottore in legge ed in scienze politiche e sociali. Giornalista. Partecipò alla prima guerra mondiale nei reparti mitraglieri Fiat quale ufficiale di caomplemento. Nel 1918 si iscrisse al P.S.I.  (Partito Socialista Italiana) e per la sua attività organizzativa e politica subì persecuzioni, aggressioni e condanne. Nel 1926 favorì l’espatrio di Filippo Turati ed emigrato egli stesso in Francia, lavorò come operaio ed affrontò nuove condanne per la sua attività politica. Rientrato in Italia nel 1927 e riconosciuto dalla polizia fu processato e condannato dal Tribunale speciale al carcere ed al confino di polizia. Liberato nell’agosto 1943 cooperò alla ricostituzione del Partito e ne divenne il vice segretario. Fu tra i più fervidi animatori della lotta contro i tedeschi e dall’8 al 10 settembre 1943 combatté a Porta S. Paolo di Roma. Organizzò quindi le formazioni clandestine di resistenza facendo parte fin dall’inizio della Giunta Militare del Comitato Centrale di Liberazione. Arrestato il 25 ottobre dalle SS. tedesche riuscì ad evadere dal carcere di Regina Coeli nel gennaio 1944 e riprese il suo posto di lotta. Dopo la liberazione di Roma si trasferì a Milano per costituire in Lombardia la formazione Matteotti. Alla fine di luglio attraversate le linee tedesche nei pressi di Prato contribuì attivamente alle operazioni insurrezionali di Firenze con la Brigata socialista Bruno Buozzi. Nell’ottobre 1944 attraversò le Alpi, raggiunse la Val d’Aosta e partecipò, il 2 novembre, alle azioni contro i rastrellamenti nazisti della, zona. Rientrato quindi a Milano fu chiamato a far parte, in rappresentanza del partito, del Comitato Generale C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà), e del Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia. Ivi svolse una parte di primo piano nella insurrezione dell’aprile 1945. Da tal data divenne Segretario del Partito fino al dicembre dello stesso anno, quindi membro della Direzione nel partito stesso, assumendo anche la direzione dell’Avanti. Deputato alla Costituente e poi al Parlamento della Repubblica per la prima e le successive legislazioni. E’ stato il settimo Presidente della Repubblica Italiana in carica dal 1978 al 1985. E’ morto a Roma 24 febbraio 1990 (https://www.anpi.it/donne-e-uomini/1226/alessandro-pertini).

Animatore instancabile della lotta per la libertà d’Italia, dopo 15 anni trascorsi tra carcere e confino, l’8 settembre 1943 si poneva alla testa degli ardimentosi civili che a fianco con i soldati dell’esercito regolare contrastarono tenacemente l’ingresso alle truppe tedesche nella Capitale. Membro della giunta militare del C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) centrale, creava una delle maggiori formazioni partigiane operanti sul piano nazionale. Arrestato e individuato quale capo dell’organizzazione militare clandestina, sottoposto a duri ed estenuanti interrogatori ed a violenze fisiche con il suo fiero ed ostinato silenzio riusciva a mantenere il segreto. Il 25 gennaio 1944, riacquistava la libertà con una fuga leggendaria dal carcere, riassumeva il suo posto di comando spostandosi continuamente in missione di estremo pericolo nelle regioni dell’Italia Centrale, dove più infieriva la lotta alla quale partecipava personalmente. Nel maggio 1944 si recava in Lombardia per portarvi il suo contributo prezioso ed insostituibile di animatore e combattente, potenziando le Brigate che in ogni regione dell’Italia occupata, sotto la sua guida, divennero un formidabile strumento di lotta contro l’invasore. Di là, a fine luglio 1944, si portava in Firenze dove, alla testa dei partigiani locali, partecipava all’insurrezione vittoriosa. Rientrato in Roma liberata chiedeva di essere inviato nell’Italia occupata e dalla Francia effettuava il passaggio del Monte Bianco. Nella Val d’Aosta (Cogne), soggetta ad un feroce rastrellamento, si univa alle formazioni partigiane distinguendosi in combattimento. Raggiunta Milano riprendeva il suo posto nei maggiori organi direttivi della resistenza. Linsurrezione del Nord lo aveva, quale membro del Comitato insurrezionale, tra i maggiori protagonisti nelle premesse organizzative e nell’urto militare decisivo. Uomo di tempra eccezionale, sempre presente in ogni parte d’Italia ove si impugnassero le armi contro l’invasore. La sua opera di combattente audacissimo della resistenza gli assegnava uno dei posti più alti e lo rende meritevole della gratitudine nazionale nella schiera dei protagonisti del secondo Risorgimento d’Italia. Roma Firenze Milano, 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 682.