TARANTINI Raffaele

n. 1895 Napoli. Capitano di complemento di fanteria, X battaglione eritreo.

Già allievo del Collegio Militare della Nunziatella di Napoli, era iscritto al primo anno della facoltà d’ingegneria al Politecnico di Napoli, quando, per la guerra italo-austriaca, venne chiamato alle armi e nominato sottotenente della M.T. (Milizia Territoriale) nel giugno 1915 fu assegnato a domanda all’89° reggimento fanteria mobilitato. Nell’agosto 1917, dopo avere frequentato un corso di pilotaggio nel Campo di S. Giusto, passava col grado di tenente nella 9^ squadriglia Ca. (contraerea) da bombardamento e nell’ottobre alla 4^ squadriglia assumendone il comando col grado di capitano. Dopo un periodo trascorso alla Scuola della Malpensa nella 182^ squadriglia, assumeva il comando, nel luglio 1918, della 6^ squadriglia Ca. 5. Congedato alla fine del 1919, riprendeva gli studi interrotti conseguendo la laurea in ingegneria nel 1920. Si dedicava in seguito all’attività professionale fino al 1923 quando, costituitosi il Corpo del Genio Aeronautico, veniva nominato capitano in servizio permanente effettivo nella Regia Aeronautica. Nel giugno 1924 veniva assegnato al 7° stormo da bombardamento e nell’agosto alla Direzione Superiore del Genio e Costruzioni Aeronautiche, provvedendo alla organizzazione di quasi tutti i campi d’aviazione esistenti allora in Italia. Si dimetteva dal servizio attivo per assumere la direzione delle Aviolinee Italiane ed altri importanti incarichi. Nel 1935, scoppiata la guerra in Africa Orientale, chiese di parteciparvi e riammesso nei ruoli dell’Esercito veniva richiamato in servizio col grado di capitano. Nell’ottobre partiva per l’Eritrea ove assumeva il comando della 3^ compagnia del X battaglione della 2^ Divisione eritrea. Il 31 marzo 1936 decedeva all’ospedaletto da campo di Passo Dubar in seguito alle gravi ferite riportate nel combattimento di Passo Mecan.

Altre decorazioni: Medaglia Argento (M. Merzli, dicembre 1915); Medaglia Argento (M. Merzli, dicembre 1915); Medaglia Bronzo (Asiago, 1916); Medaglia Argento (Cielo Carso-Trentino, 1917 -1918); Medaglia Argento (Cielo di Vittorio Veneto, 1918).

Valoroso ufficiale, cinque volte decorato, volontario in Africa Orientale, comandante di compagnia eritrei posta a difesa di una posizione particolarmente delicata e difficile, durante dodici ore di aspra lotta riusciva a contenere con la sua energia e con la sua fermezza l’urto delle soverchianti forze avversarie. Nel momento più tragico, quando il nemico incalzante sembrava stesse per travolgere la linea, in piedi, al centro della posizione, gridava ai suoi ascari: Qui si muore tutti, ma non si cede un palmo. Il suo eroico contegno rinvigoriva le energie dei dipendenti e destava in essi così vivo entusiasmo da provocare un fulmineo decisivo contrattacco. Gravemente ferito non volle abbandonare il suo posto, se non al termine dell’azione. Decedeva durante il trasporto all’ospedale da campo, dopo aver manifestato tutta la sua gioia per la vittoria conseguita. Fulgida figura di eroe, esempio delle più elette virtù militari.- Passo Mecan, 31 marzo 1936.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 163.