TREVIGNI Antonio

nasce il 18 febbraio 1917 a Tripoli (https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Trevigni). 1° Aviere A.A. (Arma Aeronautica), armiere artificiere.

Meccanico, si arruolò volontario nell’Aeronautica alla fine del 1936 in qualità di allievo armiere artificiere. Inviato al Centro della 3^ Z.A.T. (Zona Aerea Territoriale) a Vigna di Valle, vi frequentò il 14° corso normale per armieri ed artificieri e nel luglio 1937 fu ammesso nel ruolo specialisti ottenendo, nell’agosto 1938, la nomina ad armiere artificiere col grado di aviere scelto. Promosso primo aviere nel giugno 1939, fu trasferito nell’Aeronautica della Libia dove venne assegnato al 15° stormo B.T. (Bombardamento Terrestre) nell’Aeroporto di Castel Benito. Gravemente ferito il 17 agosto 1940, fu ricoverato dapprima all’Ospedale di Derna, passò poi a quello di Napoli per essere inviato infine al convalescenziario di Pozzuoli. Morì il 23 ottobre 1942 nella casa di cura di Pineta di Sortenna, in provincia di Sondrio; dove era stato ricoverato per aggravamento delle ferite riportate.

Armiere a bordo di un velivolo da bombardamento, assalito da numerosi caccia durante un’azione contro unità navali, colpito ad una spalla, con una gamba maciullata da una pallottola esplosiva e l’altra spezzata, incurante dell’atroce dolore per le gravissime ferite, avvinghiato in magnifico slancio alla sua arma, persisteva nel fuoco abbattendo con precise raffiche due caccia avversari. Rifiutando poi il soccorso che gli volevano portare i compagni di volo, li invitava a non preoccuparsi di lui, ma solo del nemico. Si trascinava quindi al posto di pilotaggio per manifestare al comandante la sua gioia per l’esito del tiro. All’ospedale sopportava con romana fierezza e stoico coraggio l’amputazione della gamba dicendosi soltanto fiero e lieto di aver potuto compiere tutto il suo dovere verso la Patria. Cielo del Mediterraneo, 17 agosto 1940.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 429.