BORGHI Gaetano

nasce l’11 settembre 1917 a Milano (https://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Borghi). Tenente s.p.e. (servizio permanente effettivo) artiglieria, 3° reggimento artiglieria celere.

Figlio di ufficiale, volle seguire la carriera delle armi ed ammesso all’ Accademia Militare di Torino nel novembre 1936 fu nominato sottotenente in s.p.e. nell’arma di artiglieria nel settembre 1938. Dopo aver frequentato il corso di applicazione d’arma fu destinato il 1° luglio 1940 al 3° reggimento celere, mobilitato per la guerra. Promosso tenente nell’ottobre dello stesso anno, partì col reggimento per l’A.S. (Africa Settentrionale), sbarcando a Tripoli il 7 febbraio 1941. Sottocomandante della 7^ batteria del III gruppo partecipò alle operazioni per la difesa di Tobruk dal giugno al novembre dello stesso anno ricevendo encomio dal Comando della Divisione Pavia. Assunto il comando della batteria durante l’offensiva inglese del novembre-dicembre 1941, contese risolutamente col fuoco dei pezzi l’irruenza nemica finché ferito e sopraffatto fu raccolto sul campo. Restituito in Patria nel settembre 1944, dopo lunga degenza ospedaliera e promosso capitano con anzianità retrodatata all’ottobre 1942, fu collocato in congedo assoluto nell’ottobre 1947. Laureatosi in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano nel 1947 esercita la libera professione ed è titolare di uno Studio di Progettazione e Consulenze per impianti industriali. 

Comandante di batteria a difesa di un’importante posizione col fuoco dei suoi pezzi graduati a zero e di poche armi automatiche arrestava il nemico che a costo di gravissime perdite era riuscito ad avvicinarsi. Ferito ad un ginocchio si trascinava di pezzo in pezzo, animando l’azione ed infondendo fede ed entusiasmo nei suoi artiglieri. Colpito una seconda volta alla fronte, rifiutava ancora il trasporto al posto di medicazione e continuava per ben sette ore a contrastare il passo all’avversario, noncurante della violenza degli attacchi e del tiro di controbatteria che riduceva al silenzio i suoi cannoni. Raccolti i pochi superstiti attorno all’ultimo pezzo efficiente ne dirigeva il tiro fino all’ultimo colpo. Ricevuto l’ordine di ripiegare, esausto nel fisico, ma indomito nello spirito, regolava il movimento dei suoi uomini, e rimasto ultimo, visti vani i tentativi di un suo ufficiale di sorreggerlo gli ordinava virilmente di porsi in salvo, cadendo poi quasi esanime poco lontano dalla posizione. Raccolto dopo due ore, riuniva le sue forze e con bella fierezza diceva al suo colonnello: I suoi artiglieri si sono battuti da eroi – Quota 183Carmutes er Regem (Cirenaica), 14 dicembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 763.