RUGIADI Fabio

nasce nel 1913 a Santa Croce sull’Arno (Pisa), Capitano s.p.e. (servizio permanente effettivo), 187° reggimento fanteria paracadutisti Folgore.

Studente del quarto anno nella facoltà di economia e commercio a Firenze, si arruolò volontario nel 1933 quale allievo ufficiale e nel 1934 fu nominato sottotenente nell’84° reggimento fanteria. Congedato nel 1935, fu richiamato a domanda poco dopo per partire volontario per l’A.O. (Africa Orientale). Assegnato all’XI battaglione arabo-somalo, prese parte, dal 3 ottobre, alla campagna etiopica prima come aiutante maggiore e poi comandante di un plotone mitraglieri. Rimpatriato nel giugno 1937 e promosso tenente fu trasferito al 20 reggimento fanteria Re e con la compagnia cannoni da 47/32 partecipò, dall’aprile 1941, alle operazioni di guerra svoltesi contro la Jugoslavia e in Balcania. Con la promozione a capitano, nel gennaio 1942, chiese ed ottenne di passare nei paracadutisti e frequentato il corso di addestramento a Viterbo fu assegnato al 187° reggimento fanteria paracadutisti della Folgore. Assunto il comando di una compagnia del X battaglione, raggiungeva il fronte di El Alamein il 4 agosto. Il 4 novembre dello stesso anno gli venne conferita alla memoria la laurea ad honorem dalla Università di Firenze.

Altre decorazioni: M.B.(Medaglia Bronzo) sul campo (A.O., novembre 1936); M.B. sul campo (A.O., settembre 1936); sottotenente in s.p.e. per m.g. (meriti di guerra) (A.O., gennaio 1936).

Comandante di compagnia paracadutista, già due volte decorato al valore militare, esempio costante di spregiudicata audacia, attaccava con magnifico ardire, alla testa del proprio reparto, un nemico superiore in numero in posizione ben rafforzata. Ferito al braccio destro da scheggia di granata, continuava sanguinante ed impavido a guidare i suoi uomini elettrizzandoli con il suo esempio. Colpito ad una gamba da una seconda scheggia di granata che lo immobilizzava, ordinava al vice comandante accorso per apprestargli le prime cure di non occuparsi di lui, ma di interessarsi della battaglia e di guidare il reparto verso gli obiettivi assegnati. Medicato sommariamente rifiutava di essere trasportato all’indietro volendo raggiungere di nuovo i suoi uomini. Mentre si trascinava dolorante in questo glorioso tentativo, una terza granata nemica gli dilaniava il braccio sinistro. Trasportato all’ospedale sopportava con stoicismo l’amputazione dell’arto e soccombeva in seguito per le gravi ferite riportate. Bellissima figura di combattente, animatore e trascinatore di uomini, fulgido esempio di ferrea volontà, di coraggio indomito, di eroico stoicismo. Fronte di El Alamein, 30 agosto 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 78.