TRABUCCHI Mario

nasce il 29 ottobre 1908 a Terni (https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Trabucchi). Maresciallo di 1^ classe A.A. Arma Aeronautica, pilota.

Licenziatosi dalla Scuola tecnica Pietro della Valle di Roma, si arruolava volontario nell’Areonautica nel marzo 1927 quale allievo sergente pilota. Promosso sergente nel luglio 1928 fu prima trasferito a Brindisi all’86° gruppo autonomo B.M. (Bombardamento Marittimo) e poi all’81° a Cadimare. Promosso sergente maggiore nel gennaio 1935 e trasferito al 12° stormo da bombardamento, il 27 settembre 1937, partì per la Spagna. Rimpatriato dopo un anno di guerra e rientrato al 12° stormo fu promosso maresciallo di 3^ classe. Mobilitato alla dichiarazione di guerra partecipò prima alle operazioni svoltesi contro là Francia col 41° stormo B.T. (Bombardamento Terrestre) e dalla fine del 1940 al febbraio 1941 a quelle svoltesi in A.S. (Africa Settentrionale). Rimpatriato in volo col reparto raggiungeva prima Ciampino, poi Ferrara ed infine Grottaglie. Maresciallo di 1^ classe nell’aprile 1942, decedeva il 13 novembre dello stesso anno nella infermeria chirurgica della Marina a Pantelleria in seguito alle ferite riportate in combattimento.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo) (Cielo di Spagna, ottobre 1937); M.B. (Cielo del Mediterraneo, della Grecia e della Cirenaica, luglio 1940 – gennaio 1941); M.B. (Cielo del Mediterraneo, aprile 1941 – gennaio 1942); M.B. (Cielo di Gibilterra e del Mediterraneo, marzo – luglio 1942).

Primo pilota di velivolo da trasporto tre volte decorato al V.M. (Valore Militare), volontario per ogni più rischiosa missione, al rientro da un’azione di collegamento con l’A.S.I. (Africa Settentrionale Italiana), attaccata la sua formazione da numerosi caccia nemici, sosteneva l’impari lotta con perizia ed indomito valore. Colpito a più riprese da raffiche che gli troncavano quattro dita della mano destra, seguitava a difendersi con disperata volontà incitando con la voce e col gesto l’equipaggio a persistere nella difesa, contribuendo all’abbattimento di un caccia avversario. Con il velivolo colpito in parti vitali, effettuava un brillante ammaraggio solo preoccupandosi di salvare il  prezioso carico umano a lui affidato. Raccolto dopo lunghe ore in pietose condizioni, sosteneva con serenità l’amputazione dell’arto senza un lamento, finché spirava col nome d’Italia sulle labbra. Esempio luminoso di alte virtù militari. Cielo del Mediterraneo, 12 luglio 12 novembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 114.