AMEDEO DI SAVOIA Duca d’Aosta

nasce il 21 ottobre 1898 a Torino (https://it.wikipedia.org/wiki/Amedeo_di_Savoia-Aosta_(1898)). Generale d’Armata Aerea, Vicerè d’Etiopia.

Primogenito di Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, Comandante della Invitta 3^ Armata e decorato della M.O. al V.M. (Medaglia Oro al Valore Militare) nella prima guerra mondiale, fu allievo dal 1914 del Collegio Militare della Nunziatella; ma l’anno dopo, nel giugno 1915 si arruolò volontario nel reggimento artiglieria a cavallo. Nominato sottotenente di complemento di artiglieria fu assegnato al 34° reggimento da campagna in zona di operazioni. Promosso tenente in s.p.e. (servizio permanente effettivo) nel luglio 1916 e capitano nel marzo 1917, combattè sul Carso, sull’Isonzo, sull’Hermada ed a Vittorio Veneto. Al termine della guerra si dedicò agli studi ed ai viaggi e visitò il Congo belga e la regione dei laghi equatoriali. Ottenuto il trasferimento al 22° reggimento da campo fu promosso maggiore nel giugno 1923, tenente colonnello due anni dopo e frequentò la Scuola di guerra. Nell’ottobre 1925 trasferito a domanda nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) della Tripolitania assumeva il comando del reparto Meharista, che fu da lui organizzato e guidato nelle operazioni nella Sirtica, al 29° parallelo, a Bir Tigrif ed all’occupazione dell’oasi di Cufra nel gennaio 1931, dove gli veniva conferita la M.A. al V.A. (Medaglia Argento al Valore Militare). Comandò da colonnello il 23° reggimento artiglieria da campagna. Nel maggio 1932, avendo già conseguito il brevetto di pilota militare dal 1926, venne trasferito nell’A. A. (Arma Aeronautica), ruolo naviganti, col grado di colonnello in s.p.e. e nominato comandante del 21° stormo R.T. (Ricognizione Terrestre). Promosso generale di Brigata aerea nel febbraio 1934 assumeva il comando della 3^ Brigata aerea e due anni dopo, con la promozione a generale di Divisione, era nominato comandante della 1^ Divisione aerea L’Aquila. Il 27 novembre 1937 era nominato Vicerè di Etiopia. Alla dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940, assunse il Comando Generale delle Forze Armate in Africa Orientale ed in un anno di guerra dette in ogni momento prova delle sue elette virtù di valoroso combattente. Ebbe il grado di generale d’Armata aerea nel febbraio 1941. Costretto a ripiegare di fronte al nemico soverchiante di uomini e di mezzi ed accerchiato sull’estremo baluardo della sua difesa, l’Amba Alagi, che aveva visto nel 1895 l’eroico sacrificio del maggiore Toselli, dovette capitolare il 18 maggio 1941 dopo strenua resistenza e quando erano esaurite tutte le possibilità di difesa. Accettate le onorevoli condizioni di resa offerte dal nemico Egli volle rimanere tra i suoi soldati ed austeramente accettò e sopportò il tormento della prigionia a Nairobi, nel Kenia, dove si spense il 3 marzo 1942.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo (Carso, 1915); M.A. (Medaglia Argento) (Debeli, 1917); tenente in s.p.e. per m. g. (meriti di guerra) (1916); capitano per m.g. (1917); M.A.  (Gorizia, 1936); cavaliere ufficiale O.M.S. (Ordine Militare Savoia) (1928).

Comandante superiore delle Forze Armate dell’Africa Orientale Italiana durante undici mesi di asperrima lotta, isolato dalla Madre Patria, circondato da nemico soverchiante per mezzi e per forze, confermava la già sperimentata capacità di condottiero sagace ed eroico. Aviatore arditissimo, instancabile animatore delle proprie truppe le guidava ovunque, per terra, sul mare e nel cielo, in vittoriose offensive, in tenaci difese, impegnando rilevanti forze avversarie. Assediato nel ristretto ridotto dell’Amba Alagi, alla testa di una schiera di prodi, resisteva oltre i limiti delle umane possibilità, in un titanico sforzo che si imponeva all’ammirazione dello stesso nemico. Fedele continuatore delle tradizioni guerriere della stirpe Sabauda e puro simbolo delle romane virtù dell’Italia Imperiale e Fascista. Africa Orientale Italiana, 10 giugno 1940 – 18 maggio 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 676.