BISAGNO Ettore

bisagno-ettore095nasce a Genova il 29 settembre 1917 (Wikipedia). Sottotenente di vascello s.p.e. M.M. (servizio permanente effettivo Marina Militare).

Allievo dell’Accademia Navale di Livorno nel dicembre 1936, fu nominato guardiamarina nel gennaio 1940. Imbarcato sul cacciatorpediniere Tarigo alla dichiarazione di guerra, prese parte allo scontro navale di Kerkenah al largo della costa tunisina, dove, unico ufficiale superstite della sua nave in procinto di affondare, riuscì a silurare e colare a picco il cacciatorpediniere inglese Mohawh. Dal luglio 1941 al marzo 1942 fu comandato all’Accademia Navale e dall’aprile dello stesso anno fu trasferito alla 19^ squadriglia M.A.S. (Motoscafo Armato Silurante) destinata nel Mar Nero. Morì il 21 giugno 1942 nell’ospedale da campo a Sinferopoli in seguito alle ferite riportate in combattimento.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) (Mediterraneo Centrale, aprile 1941).

Ufficiale di grande coraggio e di elevato spirito combattivo, già distintosi, quale destinato alle armi subacquee su cacciatorpediniere, nell’infliggere al nemico superiore per numero e per mezzi la perdita di un cacciatorpediniere con lancio preciso dei siluri sotto il martellante fuoco avversario che squarciava la sua unità e lo feriva insieme ai suoi uomini, partecipava con eguale ardimento e in esausto valore, al comando di M.A.S., ad ardue operazioni che portavano alla conquista di munitissima piazzaforte sovietica. Sottoposto il suo M.A.S. ad improvvisa azione di mitragliamento da parte di due aerei da caccia, dava prova di serenità e audacia e, nonostante le ferite riportate, si lanciava in mare e raggiungeva a nuoto la costa per organizzare le operazioni di soccorso alla sua unità colpita ed incendiata. Nel corso di una ardita azione contro piccole unità nemiche, cariche di reparti da sbarco largamente dotati di armi automatiche, impegnava immediato, aspro combattimento a brevissima distanza e, dopo aver gravemente colpito le imbarcazioni avversarie, che da lì a poco colavano a picco, si abbatteva mortalmente ferito. Forte e sereno fino all’ultimo, sopportava con stoico coraggio l’amputazione di un arto e spirava, esprimendo solo il dolore di non poter più combattere per la Patria. Fulgido esempio di ferreo attaccamento al dovere e di eroiche virtù militari. Mar Nero, giugno 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 45.