BREZZI Andrea

nasce il 31 luglio 1910 a Ollomonte (Aosta) (https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Brezzi). Tenente complemento Arma Aeronautica, pilota.

Laureato nell’Ateneo di Torino in fisica pura ed in quello di Pavia in matematica pura, dette vita ad una propria officina meccanica. Già in possesso del brevetto di pilota civile, il 2 aprile 1935 alla chiamata alle armi, venne arruolato in Aeronautica. Nominato sottotenente di complemento sotto la stessa data, conseguì il brevetto di pilota militare presso la Scuola centrale di pilotaggio e venne trasferito al 2° stormo C.T. (Caccia Terrestri). Partito per l’Eritrea il 24 giugno 1936, si distinse nella campagna etiopica meritandosi la M.B.V.M. (Medaglia Bronzo Al Valor Militare) per la perizia dimostrata in difficile atterraggio sul campo di Addis Abeba. Rimpatriato in novembre, fu collocato in congedo nel gennaio 1937. Richiamato per mobilitazione il 6 giugno 1940, fu destinato al 53° stormo C.T. col grado di tenente, col quale partecipò fra i primi alle operazioni svolte contro la Francia. Passò poi, in agosto, nella nuova specialità bombardamento in picchiata distinguendosi col 96° gruppo autonomo nelle azioni sul Mediterraneo, alla Base di Malta e sul fronte greco-albanese.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) sul campo (Cielo Mediterraneo Centrale, 17 settembre 1940); M.B. (Medaglia Bronzo) sul campo (Cielo dell’Africa Orientale, settembre-ottobre 1936).

Valentissimo pilota da caccia e da bombardamento in picchiata, primo in ogni più rischiosa impresa, combattente entusiasta e generoso, attaccava ripetutamente con micidiale sicurezza, nel corso di numerosi ed aspri combattimenti, i nemici della Patria nel cielo d’Africa. Sul fronte greco, partito volontario per una ardita missione che era già costata il sacrificio di un altro valoroso pilota, portava il suo velivolo fino a pochi metri dal suolo e si avventava con estrema decisione sul nemico, mitragliandolo. Sottoposto alla violentissima reazione dell’avversariò che provocava un principio d’incendio al suo velivolo e, accortosi che il tiro del nemico si concentrava sull’apparechio del gregario, con sublime cameratismo si slanciava ancora una volta sulle batterie nemiche annientandole con le ultime raffiche delle sue armi. Riportatosi in quoia noncurante dei disperati cenni dei gregari di affidarsi al paracadute, si dirigeva, per non darsi prigioniero, verso le linee nazionali, ma, nel disperato tentativo di conservare se stesso e il velivolo alla Patria per gli altri cimenti, in un difficile atterraggio, l’ apparecchio s’infrangeva al suolo incendiandosi. Cielo di Albania, 12 ottobre- 21 dicembre 1940.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 507.