BUSCAGLIA Carlo Emanuele
nasce a Novara il 22 settembre 1915 (Wikipedia). Maggiore s.p.e. A.A. (servizio permanente effettivo Arma Aeronautica), pilota.
Conseguita a Novara la maturità classica nel Liceo Carlo Alberto nel 1934, nello stesso anno fu ammesso al corso Orione dell’Accademia Aeronautica di Caserta. Nominato sottotenente nel 1936 e destinato al 32° stormo R.T. (Ricognizione Terrestre), nel febbraio 1940 fu trasferito al 46° stormo da bombardamento col grado di tenente e nel luglio successivo a domanda passò al nuovo reparto speciale aerosiluranti. Dalla sua prima azione contro la base di Alessandria del 15 agosto 1940, per oltre due anni prese parte ad ogni ciclo operativo guidando da capitano la 281^ squadriglia e poi, con la promozione a maggiore, il 132° gruppo aerosiluranti. Il 24 giugno 1944, al rientro dalla prigionia, assumeva il comando del 28° gruppo a Campo Vesuvio e il 24 agosto dello stesso anno decedeva nell’ospedale militare di Napoli in seguito ad incidente di volo.
Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) sul campo (Cielo del Mediterraneo Orientale, 15 agosto – settembre 1940); M.A. sul campo (Cielo Mediterraneo Orientale, dicembre 1940); M.A. sul campo (Cielo Mediterraneo Orientale, marzo 1941); M.A. sul campo (Cielo Mediterraneo Orientale e Centrale, novembre-dicembre 1941); M.A. sul campo (Cielo Mediterraneo giugno 1942); capitano per m.g. (meriti di guerra) (1939); maggiore per m.g. (1942).
Comandante di un gruppo di aerosiluranti, fiaccola d’eroismo e maestro dell’arma nuovissima, in trentadue vittoriose azioni di siluramento tra uragani di ferro e di fuoco, confermava lo spirito guerriero dell’italica gente, infliggendo alla marina nemica la perdita di oltre centomila tonnellate di naviglio. Alla testa dei suoi gregari, dopo aver compiuto con ardimento e perizia inimitabili un’azione con risultati brillantissimi, contro navi anglo-americane, alla fonda di una base dell’Africa del Nord, ripeteva, il giorno appresso, l’attacco. Sulle vampe della violenta difesa controaerea, sotto la mitraglia rabbiosa di numerosi caccia che gravemente colpivano il suo velivolo incendiandolo, si lanciava come folgore sull’obiettivo prescelto e, a distanza ravvicinata, mentre un’ala dell’apparecchio era già consumata dal fuoco, sganciava il siluro contro un grosso piroscafo che, colpito, si incendiava. – Cielo del Mediterraneo, maggio – novembre 1942.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 116.