CANTAFIO Giuseppe

nasce nel 1920 a Gimigliano (Catanzaro). Fante, 208° reggimento fanteria.

Orfano di decorato al valore morto nella guerra italo-etiopica, veniva chiamato alle armi il 20 marzo 1940 destinato al 35° reggimento fanteria. Passato al 3° fanteria mobilitato partecipava, dal giugno successivo, alle operazioni di guerra sul fronte occidentale. Trasferito al 208° fanteria della Divisione Taro il 28 ottobre, un mese dopo partiva col reggimento per l’Albania.

Porta arma tiratore di una squadra mitraglieri, decentrata presso un caposaldo di compagnia fucilieri, durante irruento ed improvviso attacco nemico, accompagnato da intenso martellante fuoco di mortai, sereno ed impavido, si prodigava incessantemente nel battere con raffiche micidiali l’attaccante. Ferito ad un braccio da scheggia di mortaio, non desisteva dal combattimento ed all’invito del caposquadra di recarsi al posto di medicazione, con esemplare stoicismo rispondeva: Devo rimanere alla mia arma, perché il mio comandante mi ha insegnato a non abbandonarla mai. Accortosi che elementi avversari stavano penetrando nel caposaldo, attraverso una breccia del reticolato, divelto dai colpi di mortaio, sprezzante di tutto, difendeva la sua mitragliatrice con lancio di bomhe e mano, opponendo al nemico, giunto ormai a pochi metri, l’eroismo del suo nobile ardire, finché, colpito nuovamente e mortalmente, cadeva sull’arma già bagnata del suo sangue. Mirabile esempio di spirito di sacrificio e di attaccamento al dovere. Quota 1143 regione Brumbulliment (Fronte greco), 8 aprile 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 642.