FRANCHI Leandro

nasce a Roma il 21 luglio 1920 (Wikipedia). Paracadutista, 186° reggimento fanteria Folgore.

Frequentò la Scuola di avviamento professionale fino al 1933, quindi coadiuvò il padre nella conduzione dell’azienda agricola familiare e dal 1937 praticò lo sport con lusinghiere affermazioni nel pugilato, prima come dilettante e poi come professionista, sia in campo nazionale che internazionale. Chiamato alle armi nel marzo 1940 ed assegnato al 5° reggimento fanteria a Trapani, nell’agosto 1941, a domanda, fu inviato a Tarquinia per frequentarvi il corso paracadutisti e poi a Firenze per frequentarvi il corso sabotatori. Conseguiti i brevetti, fu trasferito al 1° reggimento paracadutisti, divenuto in seguito il 186° reggimento Folgore. Assegnato alla 20^ compagnia del VII battaglione, partì in volo dalla Grecia nel luglio 1942 per raggiungere l’A.S. (Africa Settentrionale), dove entrò in linea sul fronte di El Alamein. Prese parte alle azioni offensive di agosto-settembre per l’occupazione di Deir el Ankar e Deir el Alinda. Ferito gravemente il 26 ottobre 1942 durante l’offensiva inglese, rimpatriò con nave ospedale ai primi di novembre. Trasferito all’ospedale militare di Roma, ne fu dimesso il 30 luglio 1943 con tre mesi di convalescenza. Dopo la dichiarazione dell’armistizio fece parte di una formazione militare clandestina e contribuì all’organizzazione della Brigata partigiana Vespri, di cui fu il vicecomandante militare. Dopo la liberazione di Roma prestò servizio presso uffici distaccati del S.l.M. (Servizio Informazioni Militari). Dal 15 febbraio 1944 fu collocato in congedo assoluto ed iscritto nel R.O. (Ruolo d’Onore). Muore a Roma nel 1990 (Wikipedia).

Volontario di guerra, in numerose azioni rischiose era sempre di esempio e di incitamento ai propri commilitoni di squadra. Durante un attacco avversario compiuto con poderosi mezzi corazzati, sopraffatto il suo reparto, rimaneva ferito in diverse parti del corpo e cadeva prigioniero. Nonostante la menomazione fisica riusciva, dopo cruenta lotta con sentinelle attaccanti, a liberare diversi camerati catturati e, dopo inauditi sforzi, a raggiungere le nostre linee con un ufficiale gravemente ferito portato sulle spalle ed un altro, rimasto cieco, guidato per mano. Nuovamente catturato durante violento combattimento, tentava ancora di fuggire ma veniva gravemente ferito. Ripresa conoscenza, s’impossessava di una rivoltella di un caduto e impegnatosi in epico corpo a corpo, riusciva, all’ estremo delle sue forze, a rientrare al suo reparto. Paralizzato degli arti destri, quasi cieco, resterà nel tempo, mirabile esempio di nobile altruismo e spiccato valore personale. Africa Settentrionale, novembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 118.