GARCIA MORATO Joaquin

n. 1904 Melilla (Malaga). Capitano Aeronautica spagnola, pilota.

Appartenente a famiglia di militari, uscì alfiere dall’Accademia di fanteria di Toledo nel dicembre 1922. Promosso tenente nel 1924, fu inviato nel Marocco spagnuolo dove rimase fino al 1929 partecipando alle operazioni di grande polizia coloniale col guppo squadriglie dell’aeronautica nella zona orientale. Rimpatriato, fu poi insegnante di volo nella Scuola di Alcalà de Henares, ma alla proclamazione della repubblica, allontanato dall’Aviazione, fu trasferito in faneria da montagna, a Gerona. Ritornato in Aeronautica, nella 3^ squadra aerea, e promosso capitano nel 1935, fu ancora insegnante di acrobazia ad Alcalà, poi nel gennaio 1936, fu inviato in missione a Londra. All’inizio dei moti rivoluzionari, aderì al movimento franchista e raggiunto il territorio nazionale, verso la metà di agosto del 1936, ottenne di pilotare il nuovo apparecchio Cr. 32 della prima squadriglia da caccia legionaria. Costituitasi l’Aviazione nazionale spagnola, fu successivamente il comandante della prima squadriglia da caccia, del primo gruppo ed infine del primo stormo da caccia. Nel cielo di Madrid, il 18 febbraio 1937, alla testa della sua squadriglia, abbatteva in due successivi scontri 11 apparecchi avversari meritandosi la massima ricompensa al valore, la Croce Laureada di San Ferdinando. Aveva già ottenuto la Croce di Maria Cristina e la Medaglia Militare. Cadeva in un incidente di volo sul campo di Grinon, quattro giorni dopo la cessazione delle ostilità. Con anzianità 4 aprile 1939, giorno del suo decesso, veniva promosso maggiore per merito di guerra.

Aviatore di leggendario valore dedicava la sua intelligenza, il suo cuore, la sua fede in difesa della Patria, assediata dal bolscevismo; affratellato ai piloti legionari italiani, condivideva in numerosi combattimenti la macchina, la bravura, l’ardimento e soprattutto la nobiltà dell’ideale per liberare dalla barbarie il cielo di Spagna. Simbolo puro e luminoso dell’eroismo che distingueva tutte le genti che vollero la Spagna risorta non esitava, campione dello spirito cavalleresco che è tradizione del popolo spagnolo, a lanciarsi da solo contro quaranta velivoli avversari, abbattendone due ed a sfidare l’ira nemica in tutte le battaglie tornandone per oltre cinquanta volte vittorioso. Ha offerto la vita, con dedizione assoluta e sublime, al trionfo del puro idealismo su ogni materia terrena ed è stato perciò esempio di fulgido sacrificio a tutte le genti. Cielo di Spagna, 18 luglio 1936-31 marzo 1939.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 370.