GASPARRI Lorenzo

nasce a Napoli il 25 aprile 1894 (Wikipedia). Ammiraglio di Divisione M.M. (Marina Militare).

Figlio di ufficiale superiore di artiglieria, già iscritto nella Università di Bologna nella facoltà di ingegneria, nel febbraio 1912 entrò all’Accademia Navale di Livorno e due anni dopo ne uscì guardiamarina. Sottotenente di vascello nel dicembre 1915, partecipò alla prima guerra mondiale distinguendosi, da tenente di vascello, nell’ottobre 1918 come direttore del tiro della San Giorgio. Nel 1921 conseguiva la laurea in ingegneria nel Politecnico di Milano. Assunto il comando di siluranti e promosso capitano di corvetta, fu comandante in seconda del Libia. Dal 1927 al 1928 tenne il comando del distaccamento italiano alla legazione di Tien Tsin in Cina. Promosso capitano di fregata fu destinato per le sue capacità tecniche alla Direzione generale armi e armamenti navali, del Ministero della Marina. Frequentò l’Istituto di guerra marittima nel 1934 e l’anno dopo partecipò, coll’incrociatore Taranto, alla campagna in A.O.(Africa Orientale); quindi fu destinato al Comando Marina, alla base di Assab. Rientrato in Italia col grado di capitano di vascello, prestò prima servizio nell’arsenale di Taranto, tenne, poi, il comando della prima flottiglia CC.TT. (Cacciatorpediniere) ed, infine, dal giugno 1938 al gennaio 1940, il comando della nave ammiraglia Cavour. Alla dichiarazione di guerra, fu nominato capo del servizio artiglierie dell’Ispettorato armi e armamenti navali della Marina, incarico che conservava anche con la promozione a contrammiraglio, conseguita nel luglio 1941. Nominato comandante del gruppo cacciatorpediniere di squadra, si distingueva in numerosi servizi di scorta ai convogli. Il 3 gennaio 1943 fu promosso ammiraglio di Divisione.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) sul campo (Durazzo, 1918); M.A. (Mediterraneo Centrale, 1942-43); M.A. (Mediterraneo Centrale, 1942-43).

Comandante di un gruppo di siluranti, si dedicava con appassionata costanza, con giovanile entusiasmo e con alta competenza, all’addestramento ed al miglioramento dell’efficienza delle unità a lui affidate. Esempio a tutti per la sua fervida attività, per lo spirito combattivo, per l’amore della responsabilità e del rischio, prendeva di sua iniziativa imbarco sulle unità designate alle missioni più pericolose. In uno dei Cicli operativi più duri per il nostro naviglio silurante, moltiplicando la sua attività e superando se stesso, riusciva con la sua onnipresente opera di capo a mantenere altissimo lo spirito di tutti i suoi dipendenti e a dare loro la forza morale necessaria a compiere silenziosamente più del loro dovere. Manifestatosi, in una nostra base navale, un pericoloso incendio di un deposito di alto esplosivo e ravvisando in esso una minaccia per alcune unità da lui dipendenti, si recava sul posto per tentare di limitare gli effetti di un’eventuale esplosione. Quando la situazione gli diede la certezza che le sue navi non correvano pericolo, si recava sul luogo del sinistro per dare l’apporto della sua opera direttiva agli uomini che combattevano l’indomabile incendio. Saliva personalmente su alcune bettoline di munizioni per disimpegnarle dagli ormeggi e allontanarle. Investito dallo scoppio del deposito delle munizioni durante l’assolvimento di un compito che, estraneo ai suoi doveri di comandante, si era imposto per seguire il suo temperamento generoso ed eroico, cadeva da prode soldato, concludendo in un alone di gloria un’esistenza dedicata alla Patria. Napoli, 28 marzo 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 234.