GATTONI Salvatore

nasce a Venezia il 14 luglio 1916 (https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/storia/la-nostra-storia/medaglie/Pagine/GattoniSalvatore.aspx). Tenente di vascello s.p.e. M.M. (servizio permanente effettivo Marina Militare), osservatore.

Completati gli studi classici a Venezia, entrò all’Accademia Navale di Livorno nel gennaio 1935 e nel gennaio 1938 venne nominato guardiamarina. Imbarcato prima sull’incrociatore Bolzano allora in Estremo Oriente, passò poi sul Colleoni dove fu promosso sottotenente di vascello nel 1939. Rimpatriato, prestò successivamente servizio sulla torpediniera Cassiopea e sull’Altair dove lo trovò la dichiarazione di guerra, nel giugno 1940. Promosso tenente di vascello dal 22 ottobre 1941, l’anno dopo fu inviato alla Scuola osservazione aerea ad Orbetello e conseguito il brevetto di osservatore, fu destinato alla 287^ squadriglia R.M.S. (Ricognizione Marittima Strategica).

Altre decorazioni: Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (maggio 1942); Cr. g. al V.M. (giugno 1942); avanzamento per m.g. (merito di guerra) nel grado di tenente di vascello (1943).

Valoroso ed esperto ufficiale osservatore partecipava a numerose precedenti ricognizioni strategiche per la ricerca e la segnalazione del nemico sul mare. Durante la vittoriosa battaglia aeronavale del 12 agosto 1942, avvistata una potente formazione avversaria comprendente tre portaerei, mentre si accingeva a segnalarne la presenza veniva improvvisamente assalito da cinque velivoli da caccia nemici. Benché in condizioni di assoluta inferiorità faceva fronte con indomito coraggio alla disperata contingenza. Due caccia venivano abbattuti da preciso fuoco della mitragliera e un terzo si allontanava colpito. Ferito gravemente, incurante di sé, incitava l’equipaggio al combattimento mentre i due caccia superstiti attaccavano rabbiosamente a minima distanza. Il radiotelegrafista moriva al suo fianco, gli altri compagni erano tutti feriti, l’apparecchio colpito irrimediabilmente precipitava in mare e subito affondava. Malgrado le condizioni di grave menomazione fisica riusciva con grande rischio a trarli tutti a salvamento sul battellino. Si iniziava così una eroica odissea che neppure quando una nave nemica passò nelle vicinanze egli volle troncare con la sicura salvezza, preferendo sfidare con i suoi compagni l’ignoto anziché cadere in prigionia. Dopo tre giorni di eroica resistenza e quando ogni speranza pareva perduta, veniva tratto in salvo da un sommergibile alleato. Per nulla scosso dalla perigliosa avventura chiedeva ed otteneva di rientrare al reparto d’impiego, dove con sempre maggiore entusiasmo effettuava ricognizioni alturiere, ricerche naufraghi e caccia a sommergibili, riuscendo a colare a picco un sottomarino nemico; colpito da azione avversaria, non rientrava da una missione di guerra su quel mare che numerose volte aveva sorvolato in difesa della Patria in armi. Raro esempio di eccelse virtù militari e assoluta dedizione alla Patria e al dovere. Cielo del Mediterraneo Occidentale, 12 agosto 1942 – 23 aprile 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 241.

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