GOLA Marco

nasce nel 1914 a Milano. Tenente complemento, 186° reggimento fanteria paracadutisti, Divisione Folgore.

Conseguito il diploma di perito edile, fu ammesso nel 1935 alla Scuola allievi ufficiali di complemento per la specialità artiglieria alpini di Brà e nell’agosto 1936 fu nominato sottotenente nel 60 reggimento. Trattenuto a domanda in servizio, partì volontario per la Spagna nel gennaio 1937 e per oltre due anni di guerra si comportò con onore, prima nella 9^ batteria e poi nell’8^ del II gruppo da 149/12 del raggruppamento Santa Barbara. Rientrato in Patria nel giugno 1939 e collocato in congedo, venne richiamato dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia col grado di tenente. Assegnato al 5° artiglieria alpini mobilitato, raggiunse in volo il reggimento allora duramente impegnato sulla frontiera greco-albanese. Rimpatriato nel luglio 1941, chiese ed ottenne di passare nella specialità paracadutisti. Frequentato l’apposito corso a Tarquinia fu assegnato al V battaglione del 1860 reggimento della Folgore e assunto il comando del plotone mortai da 81 partì, nell’agosto 1942, per l’A.S. (Africa Settentrionale).

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Spagna, luglio 1938); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Spagna, marzo 1938); Cr.g. al V.M. (Spagna, gennaio 1939).

Ufficiale di artiglieria paracadutista di elette qualità professionali e morali chiedeva di far parte di un battaglione paracadutisti. Ricoverato in luogo di cura per malattia contratta a causa dei disagi della vita del deserto, fuggì dall’ospedale per partecipare ai combattimenti in cui il battaglione era impegnato. Più volte, sotto rabbioso tiro nemico rimase calmo, in piedi, a dirigere il tiro dei propri mortai sublime esempio ai suoi paracadutisti. Durante un violento e pericoloso attacco di prevalenti forze nemiche preceduto da lungo ed intenso tiro di preparazione d’artiglieria appoggiato da carri armati e diretto al fianco ed al tergo del battaglione sostituiva col tiro accelerato dei suoi mortai il fuoco di sbarramento di artiglieria venuto a mancare, continuando a martellare il nemico durante la sua avanzata ed incurante del violento fuoco di controbatteria cui era sottoposto. Delineatosi il contrattacco dei paracadutisti italiani, di iniziativa, riuniva i propri serventi e si scagliava contro il nemico disorientandolo. Ferito due volte, continuava a combattere; ferito una terza volta e mortalmente, rifiutava energicamente di essere soccorso dai suoi paracadutisti accorsi e li incitava ancora al combattimento. Consapevole della sua prossima fine, rimaneva sereno e forte e dichiarava solo di essere fiero che il battaglione avesse assolto il compito affidatogli. Spirava poche ore dopo, chiudendo gloriosamente la sua generosa esistenza. Egitto, Naqb Rala (El Alamein), 23-24 ottobre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 98.