GRANDJACQUET Guglielmo

nasce a Roma il 9 settembre 1897 (Wikipedia). Tenente colonnello s.p.e. A.A. (servizio permanente effettivo ARMA Aeronautica), pilota.

Partecipò col Reggimento Lancieri di Firenze alla prima guerra mondiale segnalandosi specialmente nelle operazioni di ripiegamento sul Piave e alla battaglia del Montello. Congedato nel 1920 col grado di tenente ed iscrittosi nella Facoltà di Ingegneria presso l’Università di Roma, interrompeva gli studi per arruolarsi nel settembre 1923 nell’A.A. Nominato pilota nel 1924 e pilota militare su apparecchi S.V.A. (Savoia-Verduzio-Ansaldo) nel febbraio 1925, prestava successivamente servizio al Centro d’aviazione da bombardamento, al 7° stormo e, dal novembre 1925, all’8° stormo di nuova formazione. Nominato tenente effettivo nel ruolo naviganti alla fine del 1926, fu promosso capitano nel 1930 e maggiore nel giugno 1936, alternando il servizio nei reparti con la frequenza ad importanti corsi di studio tra i quali il corso di chimica di guerra e il corso superiore di aeronautica. Promosso tenente colonnello nel giugno 1938, lasciava la Direzione servizi della 3^ Z.A.T. (Zona Aerea Territoriale) per passare, nel dicembre 1939, al 9° stormo da bombardamento assumendo, dal genaio 1940, il comando del 29° gruppo S. 79. Dopo avere partecipato alle operazioni di guerra sul fronte occidentale, veniva trasferito col reparto in A.S. (Africa Settentrionale).

Comandante di gruppo da bombardamento, sul fronte occidentale, sul mare Mediterraneo e sul fronte cirenaica, in azioni diurne e notturne, contro obiettivi navali e terrestri, sempre primo per ogni rischio e per ogni ardimento, guida e trascinatore portava i suoi reparti di battaglia di vittoria in vittoria. In un’azione a bassa quota, contro potenti formazioni meccanizzate nemiche, attaccato da numerosi caccia, ne sosteneva l’urto per il primo, e dopo aver concorso con una strenua lotta all’abbattimento di cinque velivoli avversari, avendo avuto l’apparecchio colpito nei punti vitali da ripetute raffiche di mitragliatrice, precipitava in fiamme da quel cielo che lo aveva visto tante volte vittorioso. Chiudeva così la sua vita eroica lasciando di sé esempio fecondo di ardore e di amore per la grande madre italiana. Cielo della Marmarica, 16 dicembre 1940.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 503.