MADONI Leonardo

nasce a Manciano (Grosseto) il 20 novembre 1912 (https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/storia/la-nostra-storia/medaglie/Pagine/MadoniLeonardo.aspx). Sottotenente di vascello s.p.e. (servizio permanente effettivo), osservatore marittimo.

Ottenuto il diploma di capito marittimo nell’Istituto Alfredo Cappellini di Livorno, veniva ammesso il 23 ottobre 1933 all’Accademia Navale come alllievo ufficiale di complemento. Nominato guardiamarina dal 20 ottobre 1935, dopo circa un anno di imbarco sul Borea, veniva inviato alla Scuola di osservazione aerea di Taranto dove conseguì la nomina di osservatore marittimo. Destinato alla 185^ squadriglia O.M. dell’Egeo nel 1936, due anni dopo, nel gennaio 1938, promosso sottotenente di vascello passava successivamente sul Cadorna esull’Eugenio di Savoia. Frequentato il corso superiore presso l’Accademia Navale negli anni 1938 e 1939 fu trasferito nei ruoli del s.p.e. e destinato alla 183^ squadriglia ad Elmas, entrò in guerra nel giugno 1940 distinguendosi fin dai primi giorni come abile e coraggioso osservatore. Fu poi nella squadriglia Menelao in Libia dall’agosto 1940 al gennaio 1941 e poi nuovamente in Italia nell’ aerpporto di Ragusa.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) (Cielo del Mediterraneo Centrale, giugno 1940).

Abilissimo, valoroso ed intrepido ufficiale osservatore, partecipava con oltre 400 ore di volo a numerosissime rischiose missioni belliche alturiere per la ricerca di navi nemiche. Durante una esplorazione a grande distanza dalla base, il suo velivolo veniva improvvisamente attaccato da un aereo nemico e costretto all’ammaraggio con i comandi tranciati. Colpito, fin dalla prima raffica, alla testa, alla gola e alla spalla, nonostante il dolore lancinante e la perdita di sangue generoso dalle multiple ferite, organizzava la difesa contro il nemico che dall’alto per un’ora intera mitragliava il velivolo ormai inerme sul mare. Sotto le incessanti raffiche, con serena fermezza e altissimo senso del dovere, conscio che le forze lo avrebbero presto abbandonato, suggeriva al marconista le riparazioni da fare all’apparato radio per chiedere i soccorsi e determinava sulla carta il punto. Poi, mentre il velivolo affondava, e soltanto dopo che tutto l’equipaggio si era imbarcato, consentiva a farsi trasportare sul battellino di salvataggio. Durante dieci lunghe penose ore passate in mare in attesa dei soccorsi, il suo contegno sereno e fiducioso nella comune salvezza infondeva fede e conforto in tutti i suoi uomini. Trasportato alla base da un aereo disoccorso, decedeva dopo poche ore, pago di aver compiuto il suo dovere verso la Patria e di essere riuscito con il suo ultimo eroico sforzo di volontà, ad assicurare la salvezza degli uomini a lui affidati. Sublime esempio delle più alte virtù di comandante e di soldato, profondamente intese e virilmente dimostrate con l’estremo sacrificio. Cielo del Mediterraneo, giugno 1940 26 settembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 722.