MAJANI Mariano

n. 1899 Orbetello (Grosseto). Capitano fanteria s.p.e. (servizio permanente effettivo), Comando Divisione speciale Harar.

Chiamato alle armi nel giugno 1917 partecipò nella prima guerra mondiale alle operazioni sul Piave col 12° reggimento fanteria. Dopo un breve corso per allievi ufficiali di complemento alla Scuola di applicazione di fanteria in Parma, nominato sottotenente di fanteria nel novembre 1918, fu assegnato al 31° reggimento fanteria mobilitato. Venne nel 1920 inviato in Albania e congedato nel 1921. Fu richiamato a domanda in servizio dal gennaio 1926 e trasferito nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) della Tripolitania. Promosso tenente nel luglio 1926 partecipò alle operazioni per la riconquista del Fezzan e dell’oasi di Cufra col IV gruppo Sahariano. Rimpatriato nel luglio 1932, tre anni dopo, nel settembre 1935, era nuovamente destinato in Colonia nel R.C.T.C. della Somalia e partecipò alla guerra in Abissinia col IV gruppo bande Dubat. Con la promozione a capitano dal 1° gennaio 1937 passò al XLIX battaglione coloniale e successivamente, nel gennaio 1939, al LVII battaglione. All’inizio della seconda guerra mondiale, assegnato alla Divisione Speciale Harar, fu addetto al collegamento con la XIV Brigata e, a capo dei reparti di esplorazione e di informazione, partecipò alla conquista della Somalia britannica. Ferito gravemente nel combattimento del 12 agosto 1940, rifiutò ogni cura fino a quando non conobbe l’esito felice dell’operazione. Amputato della gamba destra nell’ospedaletto da campo, fu poi catturato prigioniero nell’Ospedale Militare di Addis Abeba nell’aprile 1941. Rientrò in Italia per scambio di prigionieri nel giugno 1943 e, dopo aver subite lunghe degenze ospedaliere, venne collocato in congedo assoluto nell’ottobre 1949 ed iscritto nel ruolo d’onore col grado di tenente colonnello. Ebbe la promozione a colonnello nel 1951 e a generale di Brigata nel 1960. Risiede a Roma.

Altre decorazioni: sottotenente. in s.p.e. per m.g.(merito di guerra) (1923); Croce di guerra al Valor Militare (Tripolitania, 1929); M.B. (Medaglia bronzo) (Uan el Kebir, 1930); M.A.  (Medaglia Argento) (Gianagobò, 1936}; maggiore per m.g. (1940).

Non destinato a partecipare alle operazioni per la conquista del Somaliland, muoveva vive insistenze per essere assegnato ad un reparto di prima linea. Designato quale ufficiale di collegamento presso un comando di grande unità coloniale, impegnata in durissima azionespontaneamente si inquadrava in un battaglione vivacemente impegnato in attacco di forte posizione nemica. Assunto il comando di un settore del fronte, respingeva un sanguinoso attacco avversario e, per quanto gravemente ferito ad un piede, trasfondeva negli ascari presenti, il suo ardimentoso slancio e li incitava a respingere il nemico ed a passare al contrattacco. Sottoposto all’amputazione dell’arto, sopportava il doloroso intervento con la stessa fermezza con cui aveva affrontato l’avversario sul campo di battaglia e si esprimeva con ardente fierezza per l’offerta fatta alla Patria. Daharboruk, 11 -12 agosto 1940.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 424.