MANCA Salvatore

nasce nel 1907 a Sassari. Tenente complemento cavalleria, Brigata corazzata del X C.d’A. (Corpo d’Armata).

Conseguita a Padova la laurea in fisica e matematica nel 1927, l’anno dopo fu chiamato alle armi per il servizio di leva. Congedato col grado di sergente nel 1929 dalla Scuola di Pinerolo, fu richiamato e nominato sottotenente nel gennaio 1936. Assegnato al Reggimento Cavalleggieri di Novara, poco dopo, a domanda, passò a disposizione della M.V.S.N. (Milizia Volontaria servizio Nazionale) per partire volontario per la Cirenaica col CCLXXVI battaglione CC. NN. (Camicie Nere) della Sardegna. Nel giugno dello stesso anno fu trasferito al II gruppo squadroni cavalleria coloniale per il servizio di prima nomina e nell’agosto successivo rimpatriò. Appassionato in agraria, riprese i suoi studi prediletti di economia agraria dedicandosi contemporaneamente all’amministrazione dei propri terreni in Oristano. Richiamato nel 1939 e destinato al gruppo squadroni Cavalleggeri di Sardegna, allo scoppio della guerra, nel giugno 1940, ottenne di essere inviato in A.S. (Africa Settentrionale) e, col grado di tenente, gli affidarono il comando della sezione autoblindo della Brigata corazzata del X C. d’A.

Ufficiale di ferrea tempra e di valore, animato da ardore combattivo e sentimento di totale devozione in tutto degno della nobile fierezza della gente di Sardegna, dava, in numerosi fatti d’arme, continue prove di personale coraggio e di alto spirito di sacrificio. Nel corso di un difficile sanguinoso periodo operativo, colto da febbre altissima che ne fiaccava rapidamente il fisico, veniva urgentemente ricoverato all’ospedale e successivamente assegnato alle formazioni ospedaliere per il rimpatrio a mezzo nave ospedale in procinto di salpare per l’ltalia. Apprese tali notizie e approfittando del momento in cui bombardieri nemici colpivano la banchina d’imbarco, con profondo sentimento del dovere, abbandonava la colonna ospedaliera e, da un motociclista in transito, si faceva trasportare al proprio reparto ove giungeva poco prima che i suoi uomini venissero impegnati nuovamente in combattimento. In missione particolarmente ardita, in testa alla sua sezione autoblindo, incurante del violento fuoco avversario, dirigeva impavido la formazione ai suoi ordini penetrando profondamente nel vivo della resistenza avversaria. Malgrado le perdite subite e trascinando con ardore i suoi dipendenti galvanizzati dal suo impareggiabile esempio, si lanciava contro una batteria anticarro nemica che, col suo fuoco, lo fulminava. Compendiava in superbo olocausto di gloria e di eroismo tutta una esistenza votata alla grandezza della Patria. Africa Settenirionale, dicembre 1940 febbraio 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 583.