MANISCO Gerolamo

nasce a Taranto il 31 agosto 1917 (https://www.marina.difesa.it/noi-siamo-la-marina/storia/la-nostra-storia/medaglie/Pagine/ManiscoGerolamo.aspx). Guardiamarina complemento M.M. (Marina Militare).

Conseguita nel 1936 la maturità classica a Roma, frequentò a domanda il l° corso preliminare presso l’Accademia Navale di Livorno dal luglio 1940 e nel maggio 1941 venne nominato guardiamarina. Ottenuto di far parte dei mezzi d’assalto, dopo un breve periodo trascorso a Brindisi in quella stazione sommergibili, fu trasferito alla X flottiglia M.A.S. (Motoscafo Armato Silurante). Catturato durante l’azione di forzamento della base di Gibilterra il 22 dicembre 1942, rimpatriava nell’aprile 1944. Assegnato ai mezzi d’assalto, prese parte al forzamento del porto di La Spezia nella notte del 22 giugno 1944 insieme ad operatori inglesi e il 12 aprile 1945 al forzamento del porto di Genova per l’affondamento della portaerei Aquila, destinata dai tedeschi all’ostruzione del porto. Gli fu compagno a bordo del M.T.S. il sottocapo palombaro Dino Varini. L’azione interrotta per grave avaria al sistema di propulsione dell’apparecchio, che affondò quando già era giunto a poche centinaia di metri dall’obiettivo, fu portata felicemente a termine dall’altro M.T.S. del sottotenente di vascello Conte col sottocapo palombaro Marcolini. Fu congedato il 3 agosto 1947. Laureato in ingegneria elettrotecnica nell’Università di Torino, è stato fra i dirigenti della Società Romana di Elettricità. Trasferitosi nel Venezuela dal gennaio 1955, ha diretto un complesso industriale a Caracas. Rientrato in Italia nel 1963. E’ morto a Roma il 18 giugno 2012.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia di Bronzo) sul campo (Acque di La Spezia, giugno 1944); M.B. sul campo (Acque di Genova, aprile 1945).

Giovanissimo ufficiale degno, per nobiltà d’animo e per entusiastica devozione al dovere, delle più luminose tradizioni dei mezzi d’assalto della Marina italiana. Destinato alla X flottiglia M.A.S., dopo lungo pericoloso allenamento, veniva assegnato alla più ardita azione di forzamento intrapresa dalla Marina ed affrontava con estrema decisione e freddo coraggio i più recenti e micidiali ritrovati della tecnica bellica nell’assalto alla munitissima base nemica. Raggiunte quasi le ostruzioni retali, dopo aver superato con temeraria schermaglia le bombe subacquee lanciate con frequente ritmo da unità di vigilanza foranea, veniva scoperto ed investito da intenso tiro di armi leggere, mentre la piazzaforte messa in allarme si illuminava a giorno nell’ansia della ricerca. Costretto a rinunciare all’impresa, attirava su di sé l’attenzione nemica allo scopo di favorire l’azione in corso degli altri compagni finché, localizzato anche dalla motovedetta in perlustrazione, si immergeva subendo lunga caccia con bombe di profondità. Stordito dalla concussione delle bombe, riusciva a distruggere l’apparecchiatura ed a trascinare alla superficie il secondo operatore, rinunciando all’impresa solo al limite delle possibilità umane. Acque di Gibilterra, 22 dicembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 138.