MENEGHINI Achille
nasce nel 1889 a Genova. Colonnello di S.M. (Stato Maggiore), capo di S.M. del XXIII Corpo d’Armata.
Uscito sottotenente dalla Scuola Militare di Modena nel 1911 e destinato al 23° reggimento fanteria, partecipava col reggimento alla campagna italo-turca fino all’ottobre 1913.Rimpatriato e frequentata la Scuola di applicazione era promosso tenente nel settembre 1914. Partecipava poi alla prima guerra mondiale prima col 23° conseguendo la promozione a capitano nel settembre 1915 ed in seguito, dal maggio 1917, col 48° quale aiutante di campo della Brigata Ferrara. Maggiore nel novembre dello stesso anno, si distingueva l’anno dopo nella battaglia del Piave del giugno 1918, nella quale la Bandiera del reggimento fu decorata di M.O. (Medaglia d’Oro). Frequentò la Scuola di guerra negli anni 1921-1923 e veniva nominato sottocapo di S.M. (Stato Maggiore) della Divisione Militare di Chieti dove era promosso tenente colonnello alla fine del 1926. Nominato capo di S.M. della Divisione di Brescia nel 1932, quattro anni più tardi, il 14 novembre 1936, incaricato del comando dell’11° reggimento granatieri di Savoia, partiva per l’ A.O. (Africa Orientale). Promosso colonnello poco dopo, rimpatriava nell’agosto 1938 dopo avere partecipato al comando di un raggruppamento coloniale alle operagioni di grande polizia nell’ Ancoberino. Nell’aprile 1940 fu nominato capo di S.M. del XXIII C.A.(Corpo d’Armata) in Cirenaica.
Altre decorazioni: cavaliere O.M.S.(Ordine Militare Savoia) ((Fossalta di Piave, giugno 1918); M.B (Medaglia Bronzo) (A.O., 1937).
Capo di Stato Maggiore di un Corpo d‘Armata impegnato in sanguinoso ciclo operativo in zone desertiche, contro preponderanti agguerrite forze corazzate ed autotrasportate, sostenute da poderose artiglierie ed imponenti incontrastate azioni aeree, manteneva continui contatti diretti con le unità più duramente impegnate e con le stesse divideva i maggiori rischi per orientare personalmente i comandi sulle direttive del suo comandante. Determinatasi situazione precaria, culminante nell’assedio di una piazzaforte, si prodigava per alimentare la reazione. Nella crisi, non esitava a dirigere personalmente contrattacchi contro unità corazzate. Ridotto all’estrema difesa del suo comando accerchiato, costituiva un reparto di formazione e lo guidava con indomito ardore combattivo ad audaci contrassalti. Ferito, non desisteva dall’azione, sostituendosi a mitraglieri caduti e protraeva la cruenta impari azione con stoica fermezza in epica lotta a corpo a corpo fino a che cadeva colpito mortalmente. Nobile esempio di preclari virtù militari.- Africa Settentrionale, luglio 1940 – gennaio 1941.
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 555.