PELLIZZARI Germano

n. 1900 Padova. Capitano s.p.e. (servizio permanente effettivo) fanteria(granatieri), R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) della Somalia.

Figlio di colonnello d’artiglieria, si arruolò volontario a 17 anni nel novembre 1917 nel 6° reggimento bersaglieri. Ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali di complemento alla Scuola  Militare di Modena, fu nominato aspirante nell’agosto 1918 e sottotenente di complemento il 3 ottobre successivo, assegnato al 2° reggimento granatieri di Sardegna. Congedato nel gennaio 1919, si stabilì a Genova frequentando la facoltà di giurisprudenza di quella Università. Prese parte alla spedizione di Fiume dal settembre 1919 al gennaio 1921. Nel gennaio 1924 fu richiamato a domanda e, destinato ai reparti meharisti della Tripolitania, partecipò alle operazioni per la riconquista della colonia riportando una ferita nel combattimento di Tagrif. Nel 1931, col grado di tenente passò nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) dell’Eritrea; ritornò l’anno dopo in Cirenaica col III battaglione eritreo e nel febbraio 1935 venne trasferito al R.C.T.C. della Somalia. Durante la campagna in Etiopia fu promosso capitano e incaricato di costituire con elementi Amhara una banda irregolare, denominata Banda Pellizzari, si distingueva particolarmente nelle operazioni di guerra che condussero alla cattura di Ras Destà Damtù. Rimpatriato nell’aprile 1937 in seguito a ferite alla gamba sinistra per le quali doveva poi subire l’amputazione dell’arto, nel 1938 fu collocato a riposo ed iscritto nel R.O. (Ruolo d’Onore). Nella seconda guerra mondiale richiamato a domanda ed assegnato alla Divisione motorizzata Trieste combatté sul fronte francese e poi sul fronte greco-albanese quale ufficiale addetto alla sezione operazioni e informazioni. Rimpatriato nell’aprile 1941, ripartì in missione speciale per l’A.S. (Africa Settentrionale) nell’agosto successivo. Nel febbraio 1942 veniva rimpatriato per malattia e, promosso maggiore, trasferito alla Divisione Bergamo. Collocato in congedo nel marzo 1942, eleggeva la sua residenza in Bari quale concessionario dell’Agip. Decedeva a Roma il 26 novembre 1951.

Altre decorazioni: Cr. g. al V.M. (Crove di guerra al Valor Militare) (Bir Bisciuch, 1928); Medaglia Argento (Sciueref- Umm el Kel, 1929); Medaglia Argento (Piccolo S. Bernm-do – Valle lsére, 1940); sottotenente  in s.p.e. (servizio permanente effettivo) per m.g. (meriti di Guerra) (Tripolitania, 1928); capitano per meriiti di guerra A.O. (Africa Orientale), 1936); maggiore per m.g. (Marmarica, 1942).

Ufficiale pienamente degno del nome e della fama della stirpe italica, animo di asceta, carattere di acciaio cesellato da sana educazione e rude esperienza, ha sempre nel lavoro, nel dovere, nell’ardire, attinto forze e scintilla allo slancio verso il bello ed il grande. Forgiatore di animi, trascinatore di uomini, ha scelto, istruito, condotto la sua banda indigeni in modo superbo lanciandola alla vittoria, sempre primo, sempre avanti, imponendosi all’ammirazione convinta, entusiasta. In tre successivi combattimenti, tre proposte di medaglia d’ argento e tre ferite gloriose. Nei tre gesti eroici lo si vide sempre in piedi saldo, sicuro, impavido, come se dal sangue versato, dalle carni martoriate traesse nuovo vigore, nuovo slancio, nuova fede ed il dolore gli riuscisse invito a rimanere saldo e sicuro al suo posto di capo: esempio, guida e sprone. Costretto dalla malignità della ferita all’amputazione di un piede, sopportava lo strazio con lo stesso animo col quale aveva affrontato il nemico in campo, lieto di offrire il sacrificio alla Patria. Ogni suo atto di guerra è stato espressione di fede, di forza, di volontà, ogni suo pensiero un alimento alla sacra fiamma del dovere, ogni sacrificio degno degli eroi leggendari. Gergetù, 10 novembre 1936; Hulé, 31 gennaio; Beggi (Lebanò) 2 febbraio 1937.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 209.