PENZO Poliuto

nasce il 23 marzo 1907 a Chioggia (Venezia) (https://it.wikipedia.org › wiki › Poliuto_Penzo). Carabiniere I Gruppo carabinieri mobilitato in A.O. (Africa Orientale).

Frequentate le scuole elementari nella città natale, esercitò il mestiere di muratore. Nel giugno 1926 si arruolò volontario come allievo carabiniere nella legione di Torino e promosso carabiniere fu trasferito alla legione di Milano nel gennaio 1927 e nell’ottobre dello stesso anno a quella di Palermo. Congedato il 21 giugno 1929, trovò lavoro presso il cantiere navale del Lloyd Triestino. Richiamato, a domanda, nel giugno dell’anno dopo, prestò servizio fino al 1933 nella legione di Padova e poi in quella di Trieste come addetto al controllo di frontiera al ponte dell’Eneo, a Fiume. Il 27 marzo 1937, assegnato al gruppo carabinieri dell’Asmara, si imbarcava a Napoli per l’A.O.I. (Africa Orientale Italiana). Mobilitato nel giugno 1940, partecipò alla seconda guerra mondiale col I gruppo CC. (Carabinieri) Gondar meritandosi sul campo anche un encomio solenne. Gravemente ferito nel combattimento del 21 novembre 1941 e divenuto cieco fu raccolto sul campo e restituito dalla prigionia nel maggio 1943 in seguito a scambio di grandi invalidi. Dopo lunga degenza ospedaliera, fu collocato in congedo ed iscritto nel R.O. (Riolo d’Onore) quale grande invalido di guerra. Muore a Chioggia il 28 dicembre 1977.(https://it.wikipedia.org/wiki/Poliuto_Penzo).

Altre ricompense: Mefaglia Bronzo sul campo (Blagir -Celgà, marzo 1941).

Carabiniere di indomito ardimento, al comando di pattuglia, irrompeva ripetutamente nelle linee avversarie con audaci azioni notturne, infliggendo perdite e catturando materiali. Durante sanguinosissimo combattimento per l’integrità di importante caposaldo, era a tutti esempio insuperabile di valore, lanciandosi, con assoluto sprezzo del pericolo, nelle zone più minacciate e maggiormente battute dallo intenso fuoco avversario. Ferito, continuava a combattere, incitando i compagni a strenua resistenza. Colpito una seconda volta, balzava oltre le prime linee persistendo nell’impari cruenta azione. Ferito gravemente una terza volta, respingeva ogni soccorso e, immobilizzato al suolo stringendo ancora l’arma in pugno, rifiutava il trasporto al posto di medicazione per non sottrarsi alla lotta. Salvato a stento da una furibonda mischia, consapevole di cecità quasi certa, crivellato di colpi, articolava parole di incitamento, che elettrizzavano i superstiti. Figura di eroe purissimo che irradia fulgida luce e arricchisce di nuovo eroismo le nobili tradizioni dell’Arma. Africa Orientale, 13 – 21 novembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 742.