RODOCANACCHI Giorgio

nasce il 2 ottobre 1897 San Miniato (Pisa) (https://www.marina.difesa.it/noi-siamolamarina/storia/lanostrastoria/medaglie/Pagine/RodocanacchiGiorgio.aspx). Capitano di vascello s.p.e. M.M. (servizio permanente effettivo Marina Militare).

Di famiglia di origine greca, era ammesso come allievo nell’Accademia Navale di Livorno nel settembre 1912 uscendone guardiamarina nel luglio 1916. Dopo avere partecipato alla prima guerra mondiale su navi di superficie fra cui le corazzate Doria e Giulio Cesare, ottenne la promozione a capitano di corvetta nel 1928 e quella di capitano di fregata nel 1934. Numerose furono le navi sulle quali fu imbarcato con incarichi vari fra cui quello di direttore di tiro. Fu poi comandante della base di Tobruk dal 1936 al 1937, comandante della base di La Maddalena ed infine sottocapo di S.M. (Stato Maggiore) del Comando in capo di Taranto. Promosso capitano di vascello all’inizio della seconda guerra mondiale, un anno dopo, nel maggio 1941, assunse il comando dell’incrociatore Alberico da Barbiano.

Comandante di un incrociatore, destinato a compiere una missione delicata e particolarmente rischiosa, si dedicava con appassionata competenza alla preparazione della sua nave. Seguendo le direttive e l’esempio del suo Ammiraglio, creava nel suo equipaggio la più pura atmosfera eroica, sì che tutti guardassero con cosciente serenità anche alla possibilità del supremo sacrificio nel nome sacro della Patria. Venuto improvvisamente a contatto notturno ravvicinatissimo con unità nemiche, manovrava con rapidità e freddezza per tentare di schivare i numerosi siluri lanciati a brevissima distanza, e reagiva vigorosamente con le sue artiglierie. Mentre la nave affondava, si preoccupava di organizzare il salvataggio della sua gente, che rincuorava con l’elevata parola ed il nobile esempio, sfidando l’offesa del nemico che martellava ancora con cannoni e mitragliere il bastimento in fiamme. Incurante della propria salvezza restava sulla nave in procinto di inabissarsi, cedendo in atto di suprema abnegazione, il suo salvagente ad un marinaio che ne era privo, e scompariva eroicamente con la sua unità alla quale si sentiva legato oltre la vita. Mediterraneo Centrale, 13 dicembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 760.