ROMEI Romeo

romei-romeo050nasce il 14 agosto 1906 a Castelnuovo (Cattaro) (https://it.wikipedia.org/wiki/Romeo_Romei). Capitano di corvetta s.p.e. M.M. (servizio permanenete effettivo Marina Militare).

Di famiglia dalmata, ultimati gli studi classici presso il Liceo di Zara, entrò nel dicembre 1924 all’Accademia Navale di Livorno. Sottotenente di vascello dal 1° luglio 1929 e tenente di vascello nel 1933, dopo essere stato ufficiale di rotta sull’incrociatore Trieste e su altre unità di superficie, passò a domanda nell’arma subacquea partecipando poi su di un sommergibile di grande crociera alla guerra di Spagna. All’inizio della seconda guerra mondiale, rientrato alla base navale di Tobruk dove prestava servizio, e promosso capitano di corvetta gli venne affidato il comando del sommergibile Pier Capponi col quale si distinse in audacissime e fortunate missioni tanto da essere definito dalla stampa avversaria il Corsaro degli abissi.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia di Bronzo)  (Mediterraneo Occidentale, 22 giugno 1940); M.B. (Mediterraneo, 10 giugno 1940 – 12 aprile 1941).

Comandante di sommergibile si distingueva sin dall’inizio del conflitto per perizia e valore. All’agguato in prossimità di importante base avversaria, attaccato di giorno da unità leggere di superficie, riusciva con insigne bravura a sfuggire alla caccia, nonostante le notevoli avarie che avevano menomato sensibilmente la possibilità di manovra della sua unità. Con coraggiosa determinazione e sicuro intuito manteneva ancora l’agguato nella zona e poteva così avvistare, in ore notturne, grossa formazione navale avversaria composta di una portaerei, di due navi da battaglia e di vari incrociatori e CC.TT. (Cacciatorpediniere). Precorrendo le teorie di impiego, successivamente adottate dai sommergibili, conduceva risolutamente in superficie l’attacco alla formazione e, pur di raggiungere il suo audace intento non esitava ad impiegare un motore termico in parziale avaria che con il rilevante fumo di scarico avrebbe potuto rivelare la sua presenza al nemico. Portato a fondo l’attacco colpiva con due siluri una corazzata avversaria e con un terzo, probabilmente, un’altra unità, prendendo l’immersione soltanto dopo aver constatato l’avvenuto scoppio delle armi. Nel corso di successiva missione scompariva in mare con la propria unità. Esempio di sereno ardimento, di eccezionale tempra di combattente e di elevate virtù militari. – Canale di Sicilia, notte sul 10 novembre 1940; Basso Tirreno, 31 marzo 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 626.