ROSSO Giuseppe

nasce nel 1907 a Roma. Capitano s.p.e. (servizio permanente effettivo) cavalleria, XIV gruppo squadroni cavalleria coloniale.

Iscritto nella facoltà di legge nell’Università di Roma, si arruolava volontario come allievo ufficiale di complemento di cavalleria nel 1925 e nell’anno successivo conseguiva la promozione a sottotenente destinato al Reggimento Piemonte Reale Cavalleria. Congedato nel settembre 1926, due mesi dopo entrava a Modena come allievo uscendone tenente in s.p.e. nel luglio 1929, assegnato al Nizza Cavalleria in Torino. Sempre a Torino fu poi comandante dello squadrone palafrenieri prima presso la Scuola di Guerra e dal 1935, incaricato del grado di capitano presso la Scuola di applicazione di cavalleria a Pinerolo. Capitano nel luglio 1937, nell’ottobre successivo partiva volontario per la Spagna dove prendeva parte alle azioni di Tortosa, Sagunto e Madrid. Rimpatriato nel maggio 1939, due mesi dopo, sempre volontario, partiva per l’A.O. (Africa Orientale) dove assumeva il comando del 1° squadrone del XIV gruppo squadroni cavalleria delle Truppe Amara.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo) (A.O., 24 – 28 aprile 1941); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Spagna, 30 marzo 1938).

Comandante di squadrone di cavalleria coloniale, di provata capacità e ardimento, impegnava ripetutamente il reparto contro formazioni nemiche più numerose, caricandole e ponendole in fuga con sicura perizia. In tre cariche guidava i suoi cavalieri alla vittoria, contribuendo all’azione del gruppo di squadroni che, da solo, contro un migliaio di nemici, coglieva un importante successo. Successivamente, in dura, gloriosa giornata di combattimento, individuati forti nuclei nemici, oltre un grosso torrente, forzava il guado sotto intenso fuoco, li caricava due volte travolgendoli e mettendoli in rotta. Penetrato profondamente nello schieramento nemico e non pago di aver assolto la sua missione, tornava per altre quattro volte alla carica di formazioni che giungevano da ogni lato, incurante del numero e del rischio. Affrontava sempre primo la reazione avversaria, combattendo a cavallo ed appiedato con indomito ardore. Colpito ad un braccio e successivamente al petto, trovava ancora la forza per incitare i dipendenti alla lotta e moriva in un’aureola di purissima gloria. Barghim, 24 – 25 agosto Maghec (A.O.I.) (Africa Orientale Italiana), 13 settembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 720.