SABBATINI Paolo

nasce nel 1898 a Orte (Viterbo) . Maggiore s.p.e. (servizio permannente effettivo), Comando 1^ Divisione artiglieria libica, VI gruppo artiglieria libica.

Discendente da famiglia di militari, arruolatosi volontario nel luglio 1916 nel 13° reggimento artiglieria da campagna fu nominato sottotenente di complemnto nell’Arma d’artiglieria nell’aprile 1918 assegnato al 1° reggimento da campagna mobilitato e promosso tenente nel maggio 1919, fu congedato nel dicembre 1920. Nominato tenente in s.p.e. nell’Arma di artiglieria a decorrere dall’ottobre 1920 fu destinato all’11° reggimento pesante da  campagna; quindi, nel 1925 al 3° artiglieria pesante, nel 1927 all’8° Centro contraerei e tre anni dopo al 10 reggimento contraerei autocampale. Con la promozione a capitano nel dicembre 1931 passò al 1° reggimento artiglieria celere. Trasferito d’autorità nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) dell’Eritrea sbarcò a Massaua il 16 marzo 1935 e partecipò alle operazioni in A.O. (Africa Orientale). Nel settembre 1937 fu smobilitato; ma tre mesi dopo partiva per la Libia e raggiungeva Bengasi ove veniva poi assegnato, con la promozione a maggiore nell’ottobre 1940, al VI gruppo artiglieria libica, col quale partecipava alle operazioni di guerra in A.S. (Africa Settentrionale). Ferito nel combattimento del 10 dicembre 1940 e ricoverato in ospedale da campo, fu restituito in Patria fra i malati nell’agosto 1945 e dopo degenze ospedaliere riprese servizio al Ministero Difesa Esercito, con la promozione a tenente colonnello nel 1947, retrodatata al luglio 1942. Promosso colonnello nel novembre 1952 veniva in pari data collocato in ausiliaria. Muore a Roma il 23 marzo 1969 (https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Sabatini_(militare).

Ufficiale superiore di grande capacità e prestigio, dotato di elette virtù militari dava brillanti prove di perizia e valore in cruento combattimento. Chiamato col suo gruppo a tamponare una falla in un campo trincerato, schierava tempestivamente il gruppo ed, impegnato combattimento contro numerosa formazione di carri armati, con giudizioso impiego e personale valore, sosteneva l’impari lotta riuscendo a sventare un tentativo di accerchiamento ed a recare sensibili perdite alle forze attaccanti. Ferito mentre si portava ad azionare una mitragliatrice contro un carro sopraggiunto al tergo, veniva da questo investito e nuovamente ferito alla spina dorsale. Seriamente menomato, rimaneva imperterrito al suo posto di dovere e, rianimati i valorosi superstiti, persisteva con ardore nell’impari lotta che portava alla distruzione di un carro armato il quale, raggiunta la linea dei pezzi, ne aveva intimata la resa sdegnosamente rifiutata. Colpito per la terza volta, non desisteva dalla violenta reazione che protraeva, con stoica fermezza, fino alla totale distruzione del suo valoroso gruppo. Comandante ardito, ha dato ai suoi artiglieri sicure prove di vibrante volontà e di costante eroica fermezza. Sidi el Barrani (Egitto), 10 dicembre 1940.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 492.