SIMINI Ernesto

nasce nel 1899 a Scutari d’Albania. Capitano complemento fanteria, 69° reggimento fanteria.

Uscito aspirante poco più che diciottenne dalla Scuola di Caserta, partecipò alla prima guerra mondiale nei reparti di assalto VI e V. Prestato poi servizio per circa un anno nella 1^ legione. Truppe albanesi in Albania, fu collocato in congedo nel giugno 1920. Laureatosi in economia e commercio nell’Università di Bari, esercitò la libera professione rendendosi noto anche nell’ambiente letterario come poeta e scrittore drammatico. Promosso capitano dal 1° luglio 1936, l’anno dopo richiamato a domanda partì volontario per la Spagna, dove, assegnato ad un battaglione della Brigata Frecce Azzurre, si segnalò al comando di una compagnia di fucilieri nell’offensiva dell’Ebro. Alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, il 28 maggio 1940, richiamato, partì per la Tripolitania per raggiungere il 69° reggimento fanteria della Divisione Sirte.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) sul campo (Monte Grappa, quota 1053, 15 giugno1918); M.B. (Medaglia Bronzo) (Medio Piave, Nervesa, 26-27 ottobre 1918); M.B. sul campo (Offensiva dell’Ebro, marzo-aprile ’38); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valor Militare) (Spagna, 20-30 marzo ’38).

Volontario di quattro guerre diede costantemente prova di purissima fede verso la Patria e di spiccato, costante valore. Durante l’assedio di Tobruk, alla vigilia dell’attacco avversario, superiore di forze e di mezzi, infondeva nell’animo dei propri dipendenti il fermo proposito di sacrificarsi piuttosto che cedere. Sferratosi l’attacco, benché ferito una prima volta, si esponeva dando esempio di calma e di fiducia in un momento in cui il sacrificio, appariva inevitabile. Ferito una seconda volta, circondato da ogni parte, decimato il reparto, esaurite le munizioni, si slanciava alla testa dei propri uomini contrattaccando con indomito valore. Ferito una terza volta ed impossibilitato a muoversi, spinto ormai con l’animo al di là del sacrificio, persisteva ad incitare con la voce i superstiti sino a quando, in una estrema offerta, inneggiando all’Italia, preferiva sopprimersi piuttosto che cedere. Sublime esempio di apostolo della Patria. Tobruk, 21 gennaio 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 545.