STRENGACCI Pietro

n. 1909 Roma. Caposquadra, 4° reggimento CC.NN. (Camicie Nere).

Studente universitario dell’Ateneo romano, appartenente a benestante famiglia, prestò servizio di leva dal 28 aprile 1930 nel 13° centro contraerei prima e dal 1° giugno successivo, al reggimento misto d’artiglieria della Sardegna. Nel febbraio 1932 venne riformato. Arruolatosi come c.n. (camicia nera) nella 4^ legione universitaria della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Servizio Nazionale) nell’aprile 1935, nel dicembre seguente fu trasferito all’8^ legione Dicat di Roma. Il 14 gennaio 1937, ottenne di partire e si imbarcò a napoli per la Spagna come semplice caposquadra. Prestò servizio nel IV gruppo Banderas e poi nella 508^ batteria da 65/71 d’accompagnamento del 4° reggimento CC.NN. della Divisione XXIII Marzo. Decorato di medaglia al valore dal Governo spagnolo.

Altre decorazioni: Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valor Militare) (Santander, 1937).

Legionario di pura fede fascista, in dieci mesi di guerra, ha fatto generosa dedizione di ogni sua energia. Già distintosi per ardimento e sprezzo del pericolo a Malaga, a Guadalajara, ove rimase ferito ad un braccio, ed a Bilbao nel luglio 1937 rinunzia al rimpatrio, cui era stato proposto in seguito a gravi ferite riportate in servizio per incidente automobilistico che gli procurarono una minorazione permanente alla gamba destra. Ancora zoppicante lascia volontariamente l’ospedale ed ottiene di partecipare all‘azione di Santander. Nella battaglia dell’Ebro, pur potendo rimanere in zona arretrata, insiste per prendervi parte attiva e in due giorni di combattimento, 18 e 20 marzo, compie atti di eccezionale valore. Il 18 marzo salva un aviatore atterrato con l’aereo in avaria oltre le nostre linee, malgrado le fiamme cui l’apparecchio è preda e le raffiche delle mitragliatrici nemiche tendenti ad impedire il gesto generoso. Il 20 marzo, volontario in una pattuglia ardita, si slancia per il primo contro una mitragliatrice nemica. Colpito alla fronte, lancia, prima di morire, il suo grido di dedizione alla Patria adorata e al Duce, suggellando col suo sangue la sua fede nel motto fascista: Credere obbedire combattere. Terra di Spagna, febbraio 1937- marzo 1938.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 292.