TODESCHINI Leo

nasce nel 1916 a Zevio (Verona). Sottotenente complemento fanteria (carrista), 4° reggimento fanteria carrista.

Diplomato in ragioneria nell’Istituto tecnico di Verona nel 1937 ed ammesso al corso allievi ufficiali presso il 3° reggimento fanteria carrista fu nominato sottotenente di complemento dal 1° settembre 1939 assegnato al 32° reggimento fanteria carrista. Trattenuto alle armi per mobilitazione e trasferito al 4° reggimento fanteria carrista, I battaglione carri M.11, fu prima sul fronte occidentale e poi il 6 luglio 1940 partì per l’Africa Settentrionale. Ricoverato in ospedale a seguito delle gravi ferite riportate in combattimento, fu promosso tenente con anzianità gennaio 1942 e trasferito nel R.O. (Ruolo d’Onore). Promosso capitano nel 1954. Muore a Verona il 27 marzo 1982 (https://it.wikipedia.org/wiki/Leo_Todeschini).

Con la ferma determinazione di sacrificarsi con il suo plotone carri armati, per impedire al nemico l’avvolgimento e la distruzione di una nostra colonna celere, sosteneva durante tre ore l’urto di soverchianti forze corazzate avversarie, ne frenava lo slancio e ne disordinava la manovra, infliggendo all’assalitore durissime perdite. Anche dopo che quattro dei suoi mezzi, gravemente colpiti avevano dovuto abbandonare la lotta, restava con due soli carri sul terreno del combattimento e fronteggiava almeno venti carri nemici con sì disperato coraggio, da riuscire ad intimidire l’avversario e farlo deviare verso altri settori del nostro dispositivo. Essendo stato colpito il carro del comandante della compagnia che, immobilizzato, serviva da facile bersaglio al tiro dei cannoni inglesi, dopo aver constatato il fallimento di alcuni tentativi di ricupero del carro stesso, divenuto gloriosa tomba di eroi, decideva di tentarne il rimorchio. Mentre scendeva dal suo carro per agganciare il cavo, una cannonata gli sfracellava la gamba destra. Vincendo con ferrea volontà l’atroce dolore, si dirigeva appoggiandosi su una sola gamba, verso il carro da agganciare, quando una seconda cannonata colpiva in pieno il motore del suo carro immobilizzandolo ed impedendo a lui di condurre a termine la temeraria, generosa missione volontariamente assunta. Raccolto e tratto in salvo, al suo comandante di battaglione che gli rivolgeva parole di commosso plauso, rispondeva con romana fierezza: Coraggio, signor maggiore, anche con una gamba di meno si può fare il carrista. Alam Abu Hileiuat (Africa Settentrionale), 19 novembre 1940.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 464.