TOSCANO Antonino

nasce il 19 luglio 1887 ad Agrigento (https://it.wikipedia.org/wiki/Antonino_Toscano). Ammiraglio di Divisione M.M. (Marina Militare).

Uscito guardiamarina dall’Accademia Navale di Livorno nel febbraio 1909, due anni più tardi era promosso sottotenente di vascello e imbarcato sulla torpediniera Astore prese parte al forzamento dei Dardanelli durante la guerra italo-turca. Tenente di vascello dal 1° gennaio 1915, partecipò poi alla prima guerra mondiale prendendo parte a bordo della torpediniera 69 P.N. anche all’occupazione dell’Albania nel 1919. Capitano di corvetta nel 1922, fu nel 1926 insegnante di storia e arte navale all’Accademia Aeronautica di Caserta dove fu promosso capitano di fregata nel novembre dello stesso anno. Fu poi coadiutore presso l’Istituto di Guerra Marittima di Livorno dall’ottobre 1932, ed assunse in seguito la direzione dei corsi dal 1937 al 1939 col grado di capitano di vascello prima e di contrammiraglio poi. Destinato al Ministero come direttore generale del personale dal luglio 1939 fece poi parte per breve tempo del Consiglio Superiore della Marina fino all’ottobre 1941, in cui, ammiraglio di divisione, assunse il comando della 4^ Divisione navale. La sera del 12 dicembre 1941 partito da Palermo con la sua Divisione per la Libia con un carico di munizioni e carburante, si scontrò nei pressi di Capo Bon con tre cacciatorpediniere inglesi ed una olandese. L’incrociatore Alberico da Barbiano, su cui era imbarcato, colpito da tre siluri si incendiò ed affondò immediatamente alle ore 3 del 13 dicembre 1941.

Altre decorazioni: Medaglia d’Argento (Dardanelli, luglio 1912).

Comandante di una divisione di incrociatori leggeri, incaricata di una missione di guerra eccezionalmente delicata e rischiosa, accoglieva con perfetta serenità il compito affidatogli, e ne dirigeva i preparativi con estrema cura di ogni particolare. Conscio che solo una fortunata evasione da ogni mezzo di scoperta e di offesa nemica poteva permettere alle sue navi di compiere incolumi la loro missione, preparava fortemente l’animo suo e quello dei suoi alla suprema offerta alla Patria. Scontratosi ad alta velocità con un gruppo di unità nemiche che defilava di controbordo, reagì con tutti i mezzi all’azione nemica fortissima e di breve durata. Ferito gravemente fra i primi, continuava imperterrito a dirigere il combattimento, infondendo rabbiosa energia in tutti i suoi dipendenti esempio di salde ed eroiche virtù militari. Colpita duramente più volte la nave che batteva la sua insegna, rimaneva al suo posto di comando e di combattimento e, in una suprema dedizione alla Patria e alla Marina, deciso a condividere la sorte dellunità che s’inabissava in un alone di gloria, con essa eroicamente scompariva, additando alle schiere dei suoi dipendenti la via del dovere e del sacrificio. Mediterraneo Centrale, 13 dicembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 759.