TUA Felice

nasce l’11 settembre 1912 a Cuneo (file:///C:/Users/Franco/Downloads/BG_BGA086133%20(7).pdf). Tenente s.p.e. (servizio permanente efettivo) fanteria, 158° reggimento fanteria.

Discendente da famiglia piemontese di nobili tradizioni militari, conseguita la licenza liceale a Napoli nel 1931 fu ammesso allievo nell’Accademia Militare di Modena nel 1933 e fu nominato sottotenente di fanteria (alpini) nel settembre 1935 destinato al 2° reggimento alpini. Promosso tenente nell’ottobre 1937 e nominato istruttore nella Scuola di applicazione di fanteria nel 1938 fu mobilitato e destinato nel luglio 1940, dopo la dichiarazione di guerra, al 23° Corpo d’Armata in A.S. (Africa Settentrionale). Assegnato al 158° reggimento fanteria della Divisione Cirene, assunse il comando dell’8^ compagnia armi di accompagnamento in zona di operazioni. Ferito in combattimento il 5 gennaio 1941 e raccolto sul campo dagli inglesi, dopo degenza nel centro ospedaliero 455 al Cairo e trasferito in India, fu restituito in Patria quale invalido di guerra nel settembre 1944. Promosso capitano con anzianità retrodatata al gennaio 1942 ritornò nel 1° reggimento alpini – divenuto poi 4° – nel maggio 1946; col grado di maggiore dal gennaio 1949 frequentò il 5° corso per ufficiali di Stato Maggiore nella Scuola di guerra negli anni 1951-1953 e nel novembre 1955 assunse il comando del battaglione Susa. Con la promozione a colonnello nel gennaio 1959 assunse il comando dell’8° reggimento alpini; quindi nel 1° Comando militare territoriale fu capo della Delegazione Confini N.O. e capo ufficio della Zona militare. 

Comandante di un’opera di prima linea d’una piazzaforte, durante 21 giorni di implacabile assedio dava diuturne prove di ardimento, tenacia e valore, guidando con slancio impareggiabile i suoi soldati nel difficile compito della resistenza ad oltranza. Attaccato da forze soverchianti, ridotta la sua opera ad un cumulo di rovine, stretto in un mortale cerchio di fuoco, non desisteva dai suoi eroici propositi sostenendo per tre giorni una lotta impari che cagionava rilevanti perdite all’attaccante. Caduta la piazzaforte rifiutava di arrendersi; gravemente ferito alla testa continuava a combattere fino a che, caduto per dissanguamento, veniva catturato. Il comandante delle truppe avversarie, ammirato dal valore di questo giovane ufficiale italiano, gli rendeva l’onore delle armi. Bardia, 16 dicembre 1940 5 gennaio 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 528.