VISETTI Umberto

n. 1897 Saluzzo (Cuneo). Tenente complemento fanteria, IV battaglione coloniale Toselli.

Interrotti gli studi liceali, si arruolava volontario il 29 ottobre 1915, appena diciassettenne, nel 4° reggimento bersaglieri. Nominato aspirante ufficiale nel 94° fanteria nel luglio 1916 e sottotenente di complemento nel settembre successivo, partecipava alle operazioni di guerra col 68° reggimento rimanendo gravemente ferito. Promosso tenente nel giugno 1917 tornava in linea sul Montello nel gennaio 1918 col V battaglione d’assalto. Si distingueva ancora una volta a Pieve di Soligo durante l’offensiva di Vittorio Veneto. Congedato nel marzo 1919, riprendeva gli studi interrotti, ma verso la fine dell’anno partecipava alla impresa di Fiume. Ancora congedato nel maggio 1920 e conseguita la laurea in giurisprudenza nell’Università di Torino, si dedicava alla professione e al giornalismo. All’inizio della campagna etiopica si trovava a Parigi addetto all’ufficio stampa di quella Ambasciata e rientrato in Italia si arruolava volontario nella Divisione Peloritana mobilitata, con la quale prendeva parte alle operazioni di guerra in Somalia. Nell’aprile 1937, assegnato all’11° reggimento granatieri e destinato alla 2^ Brigata coloniale, gli veniva affidato il comando della 3 compagnia del IV battaglione Toselli. Promosso capitano con anzianità 1935 e rimpatriato per le gravi mutilazioni riportate nel combattimento di Dengheziè, dopo degenza in ospedale veniva collocato in congedo. Richiamato a domanda nell’agosto 1940, era destinato nuovamente in Africa al battaglione fanteria libica Zuara, mobilitato. Ferito nel combattimento di Alan el Nibewa e raccolto sul campo dal nemico veniva rimpatriato su nave ospedale per scambio di malati nel maggio 1943. Partecipava alla lotta di liberazione dall’8 settembre 1943 all’aprile 1945, poi, a guerra conclusa, entrava nell’Ordine degli Agostiniani e tre anni dopo veniva ordinato sacerdote. Risiede a Firenze. (Muore a Torino il 27 dicembre 1973)

Altre decorazioni: M.B  (Medaglia Bronzo) (Monte Santo, 1917); M.A. (Medaglia Argento)(Bosco Montello, 1918); M.A. (Pieve di Soligo, 1918); M.B. (Giabassirè, 1936).

Rinnovellava in terra d’Africa le leggendarie tradizioni del volontarismo e dell’arditismo della grande guerra. In combattimento aspro e cruento, durato più di undici ore, comandante di compagnia, estrema avanguardia di tutta la colonna, si lanciava audacemente all’assalto di fortissime posizioni che l’impervia natura del terreno e la rabbia abissina rendevano pressoché imprendibili. Ferito una prima volta al capo, una seconda volta alla testa dell’ omero e spalla sinistra, proseguiva imperturbato ad avanzare, trascinando col valore e con lo esempio i suoi ascari già duramente provati. Ferito ancora al polso destro da pallottola esplosiva, magnifico di calma e di cosciente spirito di sacrificio, infliggeva forti perdite al nemico, occupando la posizioni al grido di Savoia, disperatamente contendendola ai reiterati contrattacchi nemici. Travolto, infine, da una raffica di mitragliatrice al petto, che gli trapassava i polmoni, cadeva fra le urla dei ribelli; ma con mirabile forza di volontà si rialzava per gridare: Viva il Re! e, fatti ancora pochi passi, ricadeva svenuto. Ad un ufficiale sopraggiunto con rinforzi, per ricuperare il suo corpo, non appena ripresa conoscenza, ordinava di non occuparsi di lui, ma di difendere la posizione così duramente conquistata, e, con sereno stoicismo, esortava l’ufficiale medico accorso, a rendere prima le sue cure agli ascari che dogni intorno coprivano il terreno. Lo stesso feroce avversario percosso da tanto fulgido valore in uno dei frammischiamenti della pugna, fungi dall’infierire sull’eroico combattente gli tributava la fantasia che già i suoi avi avevano cantata sul caduto Leone di quel medesimo battaglione nero. Dengheziè, 9 ottobre 1937. 


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 263.