CARDINALI Terzilio
nasce a Terranuova Bracciolini (Arezzo) il 25 luglio 1913(Wikipedia). Partigiano combattente.
Esercitava il mestiere di panettiere quando fu chiamato alle armi con la sua classe di leva nel novembre 1933, ma a seguito di visita medica per rassegna venne dispensato per infermità dal compiere il servizio militare. Nel novembre 1936 si arruolò volontario nella M.V.S.N. (Milizia Volontaria Servizio Nazionale) e col 585° battaglione partecipò alle operazioni in Africa Orientale dal febbraio 1938 al settembre 1939, e rientrò in Patria per infermità sulla nave ospedaliera California e congedato. Richiamato alle armi nel febbraio 1941 ed assegnato al 127° reggimento fanteria Arezzo parti col reggimento per l’Albania e prese parte alle operazioni di guerra sul fronte greco – albanese. Rientrato in Italia nel novembre dello stesso anno, venne congedato. Richiamato ancora alle armi il 20 ottobre 1942 raggiunse il reggimento in Albania e prese parte alle operazioni di guerra nello scacchiere della Balcania. Dopo la dichiarazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943 entrò a far parte della formazione partigiana Divisione Gramsci, costituita in Albania con militari sbandati. Assunse la qualifica gerarchica di capitano ed il comando di un battaglione.
Altre decorazioni: M.B. (Medaglia di Bronzo) (Albania, 23 settembre 1943).
Animato da vivo attaccamento al dovere, sorretto da costante entusiasmo e dotato di eccezionali capacità organizzative, costituiva in terra straniera un battaglione partigiani che guidava per nove mesi in rischiosa e sanguinosa guerriglia, dimostrando superbe doti di combattente. Nel corso di operazioni tendenti a rompere l’accerchiamento di una divisione partigiana da parte di preponderanti forze avversarie, attaccava alla testa dei propri reparti una munitissima posizione su quota molto contesa per la sua importanza. Costretto a ripiegare per le gravi perdite subite, conscio che dalla conquista dell’obiettivo assegnatogli dipendeva il successo dell’azione e la salvezza dell’intera divisione, radunava i superstiti del cruento scontro e li trascinava con l’esempio a vincere, in lotta ravvicinata, l’accanita resistenza dell’avversario. Mentre già arrideva la vittoria, cadeva colpito a morte e, gridando Viva l’Italia, suggellava la conquista della posizione col sacrificio della propria vita. Fulgido esempio di eroismo e di amor patrio. – Fronte della Resistenza in Albania, 10 ottobre 1943 – 8 luglio 1944. (D.P.1° luglio 1970: rettificato con D.P. 1° febbraio 1972).
Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume terzo individuali (1941-1981), [Tipografia Regionale], Roma, 1982, p.40. (D.P. 1 febbraio 1972).