DA BORMIDA Vittorio Emanuele

DA BORMIDA007di Giuseppe Secondo e di Angelina Denigri della Niella, nacque a Torino il 22 novembre 1842 e morì in combattimento ad Adua il 1° marzo 1896.
Dal padre, generale dell’Esercito piemontese ed anche Ministro degli Esteri, fu educato ai più alti sentimenti del dovere e d’amore di Patria. Entrò nell’Accademia Militare di Torino ed ottenuta la nomina a sottotenente di artiglieria nel 1861, passò l’anno successivo nello stato maggiore dell’Arma e, quindi, fu destinato al 5° reggimento di artiglieria nel quale conseguì la promozione a tenente il 31 dicembre 1863. Nel gennaio successivo venne nominato ufficiale d’ordinanza onorario del Re.
Nel 1866 prese parte alla campagna di guerra contro l’Austria e nello stesso anno passò nel Corpo di stato maggiore ove, per le spiccate qualità di ingegno e di cultura, conseguì la promozione a capitano nel marzo del 1868.
Chiamato all’insegnamento della storia militare alla Scuola di Guerra, ne tenne brillantemente l’incarico per sei anni, dall’ottobre 1870 al 26 agosto 1876. Quindi prestò alternativamente servizio al reggimento, nel Corpo di stato maggiore e ancora come insegnante alla Scuola di Guerra, mentre conseguiva le promozioni a maggiore, nel maggio 1878 e a tenente colonnello, nel luglio 1883. Quattro anni dopo assunse il comando del 3° reggimento fanteria con la promozione a colonnello.
Il 4 luglio 1895 fu promosso maggior generale ed ebbe solo per poco tempo il comando della brigata Cagliari perchè, in seguito a domanda, nel gennaio 1896 partì per l’Africa per assumere quello della 2^ brigata di fanteria.
La mattina del 1° marzo 1896, alle ore 5,15, il Da Bormida schierò la brigata al Colle Rebbi Arienni. Ma poco dopo, ricevuto l’ordine di collegarsi con la colonna del generale Albertone che era impegnata in combattimento, giunto nel vallone di Mariam Sciavitù fu attaccato da forti masse scioane.
Dapprima ne fermò brillantemente i ripetuti assalti e con ardita controffensiva riuscì anche a prendere per qualche tempo il sopravvento, prodigandosi con ammirevole bravura alla testa delle sue truppe. Poi, sotto l’incalzare di sempre maggiori forze nemiche, circondato da ogni parte e non potendo resistere oltre, ordinò il ripiegamento verso le posizioni di partenza. Per proteggere il movimento, guidò egli stesso gli assalti e si moltiplicò per comandare, dirigere ed accompagnare i superstiti della sua brigata finchè cadde trafitto dalle lance dei cavalieri galla in una mischia isolata.
Alla sua memoria, con r. d. 11 marzo 1898, fu concessa la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione: Condusse la sua brigata al fuoco, e ripetutamente all’assalto con slancio ardimentoso, dando a tutti esempio di alto valore personale. Cadde eroicamente. – Adua, 1° marzo 1896.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1871 al 1914,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1958,    p. 36.