PILO Rosolino

PILO ROSOLINO033di Girolamo e di Antonia Gioeni, nacque a Palermo l’11 luglio 1820 e morì in combattimento a S. Martino di Monreale presso Palermo il 21 maggio 1860.
Discendente da nobile famiglia imparentata con gli Angiò, compì gli studi a Roma prediligendo le matematiche e la meccanica.
Fu il più popolare eroe della rivoluzione siciliana del risorgimento. Mazziniano intransigente non esitò tuttavia, quando dall’idea si trattò di passare all’azione di accettare con entusiasmo il verbo di Garibaldi: Italia e Vittorio Emanuele. Mazzini, che lo ebbe sempre caro, scrisse di Lui:  è una delle anime più italiane e leali e Garibaldi, lo chiamò pure cuor di leone.
Negli anni rivoluzionari del 1848-1849, Rosolino Pilo fu uno degli insorti più accesi. Col grado di maggiore del Comitato provvisorio, comandò le artiglierie di Palermo e fu direttore di quell’Arsenale, poi, quando, nell’aprile 1849, la causa siciliana andò perduta, imbarcatosi su una nave francese prese la via dell’esilio.
A Genova ebbe fraterni rapporti con Mazzini e visse ogni ora cospirando per la Patria, cui donò tutto se stesso. Passato in Inghilterra, visse lungamente a Londra. Rientrò in Italia nel giugno 1859, ma dopo la pace di Villafranca, soffrì il carcere sotto l’assurda imputazione di essere stato spia del Re di Napoli e quindi fu bandito dal Piemonte.
Partito nascostamente da Milano, ove si era rifugiato, all’alba del 25 marzo 1860 si imbarcò a Genova sulla paranza La Madonna del Soccorso insieme con Giovanni Carrao, già sottufficiale cannoniere durante la rivoluzione palermitana del 1848, e, dopo 15 giorni di ansiosa e dura navigazione, sbarcò alle Grotte, fra Messina e il Faro, quando le campane della Gancia avevano, con i loro rintocchi, da poco tempo chiamato il popolo alla riscossa. Rosolino Pilo divenne ben presto l’anima della rivoluzione, per quanto braccato dalla polizia che nella reazione fu sollecita e feroce. Ma gli eventi maturavano, e quando il 12 maggio seppe dello sbarco dei Mille a Marsala, a grandi tappe e con poche centinaia di insorti mosse incontro alle Camicie Rosse. Nel pomeriggio del giorno 20, sulla strada di Monreale, da Giuseppe Sirtori, capo di stato maggiore di Garibaldi, ebbe l’ordine di marciare risolutamente verso le alture di S. Martino per facilitare l’azione dei volontari su Monreale. Raggiunta la località indicata, nello scontro con i Borbonici che volevano rioccuparla, Rosolino Pilo, alla testa di un pugno di prodi, cadde colpito da una fucilata alla tempia.
Alla sua memoria fu conferita la medaglia d’oro al valore con regio decreto 30 settembre 1862. Dice la motivazione: Morto sul campo combattendo con valore a S. Martino di Monreale il 21 maggio 1860.


G. Carolei, G. Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia,  [Grafischena], Roma 1950, p.106.