SARTI Primo

sarti-primo146nasce il 23 luglio 1909 a Ravenna. Tenente di vascello s.p.e. M.M. (servizio permanente effettivo Marina Militare).

Conseguito a Genova il diploma di capitano marittimo, entrò a 19 anni all’Accademia Navale di Livorno come allievo ufficiale di complemento. Nominato guardiamarina alla fine del 1928 e sottotenente di vascello nel novembre 1929, alla fine del 1933 venne collocato in congedo. Richiamato nel gennaio 1935, prese parte alle operazioni navali svoltesi per la campagna etiopica in A.O. (Africa Orientale). Promosso tenente di vascello nel 1937 partecipò prima alle operazioni di pattugliamento nelle acque spagnole, e poi alle operazioni di sbarco in Albania nell’aprile 1939. L’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940, lo trovò comandante della torpediniera G. C. Abba con la quale si distinse in numerose azioni di guerra fino al giugno 1941. Destinato al Comando Gruppo motonavi veloci a Napoli, fu incaricato del comando della nave Umanitas dove lo trovò la dichiarazione dell’armistizio. Ferito nel fortunato tentativo di salvataggio della propria nave, fu ricoverato a Bastia e poi all’ospedale di Luras. Riprese servizio il 6 novembre 1943 a La Maddalena presso la flottiglia M.A.S.  (Motoscafo Armato Silurante). Il 10 aprile 1944 fu accomunato nella tragica sorte al comandante Pucci Boncambi e al sottotenente di vascello Sorcinelli.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento (Corsica, settembre 1943); M.B. (Medaglia di Bronzo) (Mediterraneo Centrale, giugno 1940 – giugno 1941); trasferito in s.p.e. per meriti di guerra col grado di tenente di vascello.

Ufficiale già distintosi per coraggio ed abnegazione in precedenti fatti d’arme, imbarcato con compiti di servizio su M.A.S. che si trasferiva in base navale avanzata, veniva aggredito insieme ad altri due ufficiali da elementi faziosi che con armi alla mano intimavano di cedere al loro intendimento di consegnare l’unità al nemico oppressore. Benché la Patria fosse divisa in due campi, gli spiriti e le coscienze tormentati da una dolorosa situazione, si univa senza titubanza alcuna all’ufficiale più anziano, affrontava coraggiosamente gli aggressori e cadeva colpito al petto nell’impari violenta lotta. Sacrificando se stesso riaffermava le più nobili tradizioni dell’onor militare e della Marina cui apparteneva. Mar Tirreno, 10 aprile 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 426.