Guerrasio, Luigi

N. a Castel San Giorgio l’11 agosto 1925
M. a Pagani il 20 luglio 1991

Secondogenito di 5 figli, da Gennaro e Clelia Vastola.
Il padre Gennaro, dopo un periodo di emigrazione trascorso in Argentina, a Buenos Aires, ritorna in Italia proprio all’inizio della 1^ guerra Mondiale a cui partecipa. Messo notificatore, è nipote di Luigi Guerrasio, in gioventù garibaldino e poi Presidente di sezione della Corte d’Appello a Napoli agli inizi del ‘900: a Lui è intitolata una delle principali strade del paese. La madre Clelia è figlia di Antonio Vastola, medico di S. Valentino Torio, e Chiara Formati, napoletana. Il suo bisnonno Gennaro è stato il primo sindaco liberale di Castel San Giorgio dopo l’unità d’Italia.
Luigi vede i natali e trascorre l’infanzia e la prima giovinezza, insieme ai fratelli Matteo, primogenito (insegnante – deceduto), Mario (insegnante), Elio (medico), Aldo (magistrato), nella casa avita al civico n. 14 di via Piave, lasciata in eredità al padre Gennaro dal suo zio Luigi.
I genitori, con grandi sacrifici e privazioni legati ai “difficili” momenti attraversati all’epoca dal paese (la dittatura, la guerra), consentono ai figli di studiare: solo il padre Gennaro lavora. Luigi, dopo le scuole elementari e l’avviamento, frequenta con impegno e diligenza i primi due anni della scuola tecnica a Salerno presso l’Istituto “ Francesco Trani ”, proseguendo gli studi tecnici a Napoli, a piazza Dante.
Nell’aprile ’43, in piena temperie bellica, Luigi Guerrasio è aviere volontario nel 4° Centro Leva e Reclutamento della Regia Aeronautica in Benevento e come allievo specialista nella categoria “elettromeccanico di bordo”, con obbligo continuativo di volo, frequenta il corso di specializzazione presso il Regio Istituto Tecnico Industriale “ G. Corridoni ” a Fermo (Ascoli Piceno).
Lo sbarco anfibio Anglo-Americano in Sicilia (9/10 luglio) accelera la crisi politica e militare del regime fascista.
Il 25 luglio 1943, dopo il voto di sfiducia a Mussolini da parte del Gran Consiglio del Fascismo, il Re Vittorio Emanuele III esonera Mussolini, lo fa arrestare e dà incarico al maresciallo Badoglio di formare un nuovo governo (26 luglio) che scioglie il partito fascista e, pur proclamando di voler continuare la guerra a fianco della Germania, inizia trattative segrete con gli Alleati per giungere ad una resa.
A seguito dell’annuncio dell’armistizio dell’Italia con gli Alleati, l’8/9/43, con la fuga del Re e del governo Badoglio a Brindisi (nascita del “Governo del Sud”) insieme ai vertici militari si genera una situazione di generale incertezza e disorientamento nel Paese nonché lo sbandamento delle truppe in gran parte disarmate o fatte prigioniere dai tedeschi che avevano da subito attuato il piano di occupazione della penisola. In questo clima, Luigi ritorna a piedi da Fermo a Castel San Giorgio, raggiungendo la casa paterna il 19 settembre, giorno di San Gennaro. Pertanto, cessa di essere mobilitato e di trovarsi in territorio in stato di guerra e zona di operazioni.
Intanto, il 9 settembre gli Alleati (la 5^ armata Americana) sono sbarcati sul litorale alle porte di Salerno, proseguendo l’occupazione del sud Italia già iniziata con lo sbarco in Sicilia.
Il 12 settembre, Mussolini, prigioniero al Gran Sasso, viene liberato dai paracadutisti delle S.S. e portato in Germania; fonda il Partito Fascista Repubblicano.
Il 24 settembre rientra in Italia e costituisce un governo nazionale fascista con sede a Salò, sulle rive del lago di Garda, dando vita ad uno stato fascista repubblicano, sostenuto dalla Germania, che il 1° dicembre ‘43 assume la denominazione di Repubblica Sociale Italiana.
Il 13 ottobre l’Italia dichiara guerra alla Germania ed il 16 ottobre, a poco più di un mese dall’armistizio, ottiene la cobelligeranza a fianco degli Alleati contro la Germania.
Il 23 dicembre 1943, il giovane Luigi, all’epoca diciottenne, rispondendo al bando di arruolamento n. 8, si reca a Salerno presso il locale Distretto Militare e si arruola volontario nel ricostituito esercito.
Agli inizi di gennaio 1944, Luigi è di stanza a Maddaloni (Caserta), inquadrato nel 1° Raggruppamento Motorizzato, costituito il 27/9/43 nella zona di S. Pietro Vernotico (Lecce), con reparti delle Divisioni “Legnano”, “Mantova”, “Piceno” e del 51° Corpo d’Armata.
Posto sotto il comando del Generale Vincenzo Dapino, il 1° Raggruppamento Motorizzato rappresentò il ricostituito esercito italiano: “l’esercito del Regno del Sud”.
Il 1° Raggruppamento Motorizzato, che faceva parte della 5^ Armata Americana agli ordini del Generale Clark, ebbe il compito di conquistare e mantenere Montelungo, una dorsale montuosa posta lungo la direttrice per Cassino: siamo sul fronte della “Linea Gustav” ove i tedeschi sono arretrati a seguito dell’avanzata alleata successiva allo sbarco di Salerno.
La sanguinosa battaglia di Montelungo (8/16 dicembre 1943) segna lo schieramento al fronte, a fianco degli Alleati, del 1° Raggruppamento Motorizzato che il 22 marzo 1944 viene organizzato in 2 brigate e trasformato nel “Corpo Italiano Di Liberazione” (C.I.L.) posto sotto il comando del Generale Umberto Utili. Della 2^ brigata fa parte il glorioso 68° reggimento fanteria “Legnano”, che aveva combattuto a Montelungo, schierato su due battaglioni con forza di circa 1800 uomini.
Il 68° Reggimento Fanteria “Legnano”, costituito a Torino il 1° Agosto 1862, annovera nella sua storia la partecipazione alla 3^ guerra di indipendenza nazionale (1866), la repressione del brigantaggio in Calabria (1866-1867), la Guerra italo-turca (1911-1913), la Prima guerra mondiale (1915-1918). Medaglia d’argento alla bandiera: “Unico reggimento di fanteria di linea cui venne riserbato l’arduo ed onorifico compito di rappresentare la fanteria Italiana tra le file degli eserciti Alleati, nell’intero ciclo della guerra per la liberazione d’Italia”.
Il 2 aprile 1944, il giovane fante Luigi Guerrasio è trasferito al 68° Reggimento Fanteria “Legnano” e con esso partecipa agli eventi bellici fino alla liberazione del suolo patrio.
Nell’aprile ’44 è sul fronte di Cassino, in zona di operazioni belliche. L’altura di Montecassino, ove troneggiava l’abbazia distrutta dai bombardamenti alleati nel febbraio ’44, viene definitivamente conquistata solo nel maggio 1944, (l’avanzata Alleata era stata fermata sul fronte di Cassino dall’inverno), allorquando il C.I.L., unitamente a gran parte dell’8^ armata britannica ed alla 5^ armata americana, avanzate su un ampio fronte di 35 km, annientano la tenace resistenza dei tedeschi ricollegandosi con le truppe alleate già sbarcate ad Anzio alle spalle del fronte tedesco.
La conquista di Monte Morrone, Monte Mare, Monte Cavallo, Valle Venafrana, Monte Irto, Monte Pietroso, Picinisco spianano la strada verso Roma che viene liberata dagli alleati e da reparti del Corpo Italiano di Liberazione il 4 giugno 1944. Il 30 maggio 1944, il C.I.L., agli ordini del generale Umberto Utili, viene operativamente spostato sul fronte Adriatico, alle dipendenze dell’8^ Armata Britannica, e procede alla conquista di altre località, fra le tante: Sulmona, l’Aquila, Canosa Sannita, Orsogna, Guardiagrele (8/6), Urbino, Tolentino, Macerata, Ancona. Avanzando verso nord le truppe italiane giungono sino al fiume Metauro, spingendo il fronte alleato ai margini della “linea Gotica”: linea difensiva tedesca che dal Tirreno all’Adriatico, attraversando l’Appennino Tosco-Emiliano, separa l’Italia centro-settentrionale, interamente occupata dai tedeschi, dal resto del Paese.  Il 24 settembre ’44, il Corpo Italiano di Liberazione viene sciolto e ritirato dal fronte, necessitando una riorganizzazione delle sue truppe per le perdite di uomini e mezzi subite nei combattimenti.
glCon i reparti del disciolto C.I.L., integrati da nuove truppe provenienti dalla Sardegna, si costituiscono 6 divisioni che assumono la denominazione di “Gruppi di Combattimento” e mutuano i nomi delle vecchie e gloriose divisioni “Cremona”, “Friuli”, “Folgore”, “Legnano”, “Mantova” e “Piceno”, armati ed equipaggiati con materiale inglese. Di questi Gruppi di Combattimento solo i primi quattro, fra cui il “Legnano”, al comando del Generale Umberto Utili, sono impiegati in combattimento.
Il “Legnano”, alle dipendenze della 5^ Armata Americana, opera al fronte dal marzo 1945, schierato il più ad ovest rispetto agli altri Gruppi, e contribuisce al fianco degli Alleati alla liberazione del Nord Italia: Bologna, Mantova, Brescia, Bergamo, Milano (25 aprile ’45), Torino.
La “Guerra di Liberazione”, tra il dicembre ’43 e l’aprile ’45 vide cadere oltre 8100 eroici soldati delle FF.AA. di Liberazione di ogni grado ed arma. Al termine della Guerra di Liberazione (8 maggio 1945), il fante Luigi Guerrasio permane nell’esercito, rimanendovi sino all’8 febbraio 1952, allorché è congedato con il grado di Sergente.
Intanto, con determinazione del 3° Comando Territoriale di Milano dell’1/9/48, Luigi è decorato con “Croce al Merito di Guerra”, “per aver partecipato alla Guerra di Liberazione 1943-1945”.