BOCCI Enrico Guido

nasce a Fabriano (Marche) il 28 giugno 1896 (http://www.artiglierifirenze.it/bocci.html). Partigiano combattente.

Laureato in giurisprudenza nell’Università di Roma nel novembre 1920. Avvocato ed insegnante nell’Istituto tecnico commerciale di Firenze. Dopo un breve periodo di volontariato nel 19° reggimento artiglieria da campagna, nel dicembre 1915 fu ammesso quale aspirante ufficiale di complemento all’Accademia Militare. Promosso sottotenente con anzianità agosto 1916 nel 32° reggimento artiglieria da campagna frequentò un corso di preparazione presso la Scuola bombardieri e il 25 maggio 1917 fu destinato alla 251^ batteria bombarde in zona di operazione. Promosso tenente con anzianità 31 maggio 1917, dal maggio 1918 alla fine della guerra fece parte della 366^ batteria bombarde e poi del 61° reggimento artiglieria autocarreggiato. Nel 1919 fu comandato al Ministero della Marina e venne congedato il 26 maggio 1920. Promosso capitano a scelta ordinaria con anzianità 1° marzo 1935, fu richiamato alle armi nel 7° reggimento artiglieria di C.A. (Corpo d’Armata) il 16 gennaio 1941, ma non partecipò alla guerra e due giorni dopo fu ricollocato in congedo. Dall’8 settembre 1943 ha fatto parte della Divisione partigiana Giustizia e Libertà di Firenze, dirigente del servizio Cora, trasmissioni clandestine, prima con la qualifica gerarchica di sottotenente capo servizio radio di Divisione e dal 31 dicembre 1943 fino alla cattura, 7 giugno 1944, con la qualifica di capitano, capo del servizio radio di gruppo di Divisione.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo) (M. Varda, ottobre 1917).

Tempra indomita di patriota dedicò tutta la sua esistenza alla lotta contro l’oppressore per il supremo ideale della libertà e della giustizia. Fu tra i primi ad impugnare le armi, facendosi promotore ed organizzatore della lotta militare clandestina in Toscana. Organizzò e diresse, in ambiente particolarmente sorvegliato dal nemico, il servizio di radio-trasmissione, che, attraverso numerose stazioni clandestine, mantenne il collegamento con gli alleati. Braccato dai nazi-fascisti, riuscì a sfuggire alle insidie che quotidianamente gli venivano tese per catturarlo, finché sorpreso nella sede del comando del servizio radio, fu imprigionato e sottoposto a inaudite sevizie. Agli aguzzini che tentavano strappargli con le barbare torture rivelazioni sul servizio radiocollegamenti che tanto loro nuoceva, rispose col contegno dei forti irrobustito dalle sofferenze e non una parola che potesse nuocere ai compagni ed al servizio uscì dalle sue labbra. Nulla si è più saputo del suo destino. Firenze, giugno 1944.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 485.