GIGANTE Mario

nasce nel 1898 a Napoli. Maggiore s.p.e. (servizio permanente effettivo), 129° reggimento fanteria.

Diciannovenne appena, uscito aspirante ufficiale dalla Scuola Militare di Caserta, partecipò alla prima guerra mondiale dall’ottobre 1917, con l’87° reggimento fanteria e in seguito con la 2135^ compagnia mitraglieri Fiat. Congedato nel febbraio 1921, col grado ,di tenente di complemento, pochi mesi dopo ottenne la nomina a tenente effettivo nel 53° reggimento fanteria. Passato a domanda nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) della Cirenaica, prestò servizio al IV battaglione cacciatori Derna fino al febbraio 1925 allorché, rimpatriato, fu assegnato al 231° fanteria. Fu poi al Tribunale Militare di Verona come segretario dal 1927 e nell’ottobre 1934 tornò nuovamente in Libia col 3° reggimento fanteria coloniale. Promosso capitano qualche mese dopo, partecipò, dal dicembre 1935 al giugno 1936, alla campagna etiopica con la 6^ Divisione CC.NN. (Camicie Nere). Alla dichiarazione della seconda guerra mondiale si trovava quale aiutante maggiore al IX settore di copertura sul fronte occidentale. Promosso maggiore nel giugno dell’anno dopo, passò al 129° fanteria della Divisione Perugia. Assunto il comando del III battaglione, fu prima in Croazia, dal luglio 1942 in Montenegro è dall’agosto dello stesso anno in Albania.

Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Moncenisio, giugno 1940).

Comandante di battaglione, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943; guidava con grande perizia e noncurante del pericolo i propri uomini nella dura guerriglia contro i nazisti. Circondato e catturato dopo aspra resistenza, con il reparto decimato per le gravi perdite subite, veniva condannato a morte. Allo scopo di salvare i suoi gregari, al comandante tedesco dichiarava di essere il solo responsabile della condotta del suo reparto e quindi l’unico colpevole da fucilare. Davanti al plotone di esecuzione teneva contegno fiero e dignitoso. Colpito a morte da una raffica di mitragliatrice trovava ancora la forza di gridare: Viva l’Italia! Porto Edda (Albania), 5 ottobre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 339.